Ferlinghetti compie cent’anni, festeggia con un nuovo libro

Primo piano dello scrittore Lawrence Ferlinghetti compie un secolo
Lawrence Ferlinghetti compie un secolo, negli Usa partono i festeggiamenti.

NEW YORK. – Lawrence Ferlinghetti spegnerà domenica cento candeline con un nuovo libro, ma la giornata del compleanno la passerà a casa con i migliori amici. L’ultimo protagonista della Beat Generation non parteciperà alle celebrazioni organizzate San Francisco e che avranno l’epicentro il 24 marzo nella sua leggendaria City Light: “Sono praticamente cieco. Non sarebbe divertente”, ha confidato alla National Public Library il poeta, pittore, editore e libraio amico di Allan Ginsberg, Jack Kerouac, Neil Cassady e Gregory Corso.

A San Francisco, dove si trasferì negli anni ’50, c’è già una strada intitolata a suo nome. E la città del Golden Gate ha proclamato il 24 marzo “Lawrence Ferlinghetti Day”. Le celebrazioni del centenario andranno avanti tutto il mese tra documentari, feste, mostre fotografiche e pubbliche letture.

Dopo aver servito in guerra con le truppe Usa (era in Normandia per il D-Day e a Nagasaki poche settimane dopo l’atomica), Ferlinghetti era diventato un pacifista convinto: il sindaco di San Francisco pianterà un albero di olivo in suo onore. Se l’autore di “Coney Island of My Mind” (1958, un milione di copie vendute) passa ormai le sue giornate tra letto e poltrona, per i suoi ammiratori è in programma un tour de force.

I festeggiamenti a City Lights (fu la prima libreria di paperback in tutta America quando le edizioni in copertina dura facevano da padrone) saranno d’obbligo, tra letture di poesia nel mezzanino e in cantina, più musica e teatro in strada. Per il giorno del compleanno sarà anche uscito l’ultimo libro, “Little Boy”: un romanzo autobiografico scritto in stile “stream of consciousness” e in terza persona, senza paragrafi o punteggiatura convenzionale:

“Little Boy era piuttosto perso. Non aveva idea di chi fosse o da dove era venuto”, comincia Ferlinghetti che poi rifiuta la definizione di memoir per la sua ultima fatica letteraria anche se la storia che regge la trama evoca quella vera dello scrittore di Yonkers (alle porte di New York) e che ebbe una infanzia alla “Lord Fauntleroy” di Dickens: il padre morì che non era ancora nato, la madre finì subito dopo in manicomio. Rimasto solo, il piccolo Larry fu allevato da una zia che lavorava con una ricca di famiglia di New York: discendenti dei fondatori del college Sarah Lawrence adottarono il ragazzino permettendogli di studiare alla Columbia e poi dopo la guerra alla Sorbona.

Solo nel 1953 Ferlinghetti si trasferì a San Francisco e il resto fa parte della storia che include anche un ruolo cammeo in “Ultimo Valzer” di Martin Scorsese. City Light divenne un magnete per la rivoluzione culturale del movimento Beat e la casella postale dove i poeti si facevano recapitare la pista quando erano “on the road”. Nel 1956 Ferlinghetti pubblicò “Howl” di Ginsberg e per questo editore e autore finirono in carcere per oscenità: il processo un anno dopo fece entrambi diventare internazionalmente famosi.

(di Alessandra Baldini/ANSA)

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