Reddito di Cittadinanza: 600.000 richieste ma ridotta la spesa per gli anziani

Cartello fuori dell'ufficio Caf con le indicazioni.
Cartello fuori dell'ufficio Inps con le indicazioni per ricevere il reddito di cittadinanza. (ANSA)

ROMA. – Sono oltre 600.000 le persone che nelle prime due settimane di avvio del reddito di cittadinanza hanno presentato la domanda per avere il beneficio economico o hanno preso appuntamento per farla. Secondo la Consulta dei Caf le persone che sono transitate negli uffici dei centri di assistenza fiscale con l’obiettivo di accedere alla nuova misura di contrasto alla povertà sono state 420.000 (alla fine della scorsa settimana) mentre il ministero ha fatto sapere che sono oltre 192.000 le richieste presentate alle Poste e on line.

Intanto il parere della commissione Bilancio della Camera sul Decretone che introduce il reddito di cittadinanza e Quota 100 chiarisce che per la pensione di cittadinanza si stima una quota di spesa sul totale del 5,7%, quindi appena 350 milioni circa su 6,1 milioni totali di spesa attesa per il 2019. Per il Decretone il percorso è stato accidentato con il rinvio del testo in commissione Lavoro e la richiesta di correzioni sulle coperture da parte della Bilancio.

Sul provvedimento è stata posta la fiducia e i deputati di Forza Italia della commissione Lavoro hanno lasciato i lavori parlando di “farsa” dopo aver avuto appena un quarto d’ora per analizzare 15 emendamenti. Hanno lasciato i lavori anche i deputati del Pd parlando di “caos totale”. Oltre il 94% della spesa per il reddito sarà quindi direzionato verso gli under 67 mentre per i più anziani gli incrementi saranno sostanzialmente limitati a coloro che hanno l’assegno sociale e vivono in affitto.

Esiste infatti già un provvedimento contro la povertà degli over 67 (l’assegno sociale) che vale 458 euro al mese per 13 mensilità, che sale oltre i 70 anni e che ha paletti meno alti soprattutto sul fronte del reddito familiare di quelli della Pdc. Secondo lo Spi-Cgil riusciranno ad avere la pensione di cittadinanza come integrazione al proprio reddito circa 120.000 famiglia, un numero molto inferiore sia ai 250.000 nuclei stimati dall’Inps e ai 500.000 ipotizzati dal ministro del Lavoro, Luigi Di Maio.

E se già le 600.000 domande appaiono sottostimate rispetto alla platea individuata dal Governo (entro il 31 marzo va presentata la domanda per poter accedere alla quota di aprile) resta il mistero su quante saranno accolte. E’ probabile che un numero molto alto di richieste sia respinto (circa la metà di quelle per il Reddito di inclusione è stata rifiutata) soprattutto tenendo conto del fatto che le Poste non fanno consulenza e si limitano a ricevere la domanda per inoltrarla all’Inps.

E’ possibile che le risorse stanziate possano essere alla fine anche sovrastimate dato che per molti la misura sarà rifiutata e per altri costituirà solo un’integrazione degli altri redditi. Le prime risposte dall’Inps arriveranno dopo il 15 aprile mentre alla fine di quel mese potrebbero arrivare i primi pagamenti.

(di Alessia Tagliacozzo/ANSA)

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