Mattarella: “Preparazione e competenza indispensabili”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante il suo indirizzo di saluto al XVII Convegno Internazionale in ricordo di Marco Biagi
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante il suo indirizzo di saluto al XVII Convegno Internazionale in ricordo di Marco Biagi dal titolo "La dimensione collettiva delle relazioni di lavoro: Sfide organizzative e regolatorie in un mondo del lavoro in trasformazione". (foto di Francesco Ammendola, ufficio stampa Presidenza della Repubblica)

MODENA. – Un mondo in continua evoluzione, rapido nei mutamenti e costretto ad affrontare sfide sempre nuove, in cui, cruciali, sono i nodi della “preparazione scientifica” e della “competenza”. Elementi necessari e imprescindibili per misurarsi con qualsiasi tematica.

A indicare alla società italiana la rotta da seguire in tempi di continui rivolgimenti è il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella le cui parole risuonano nell’auditorium modenese della Fondazione Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle nuove Brigate Rosse a Bologna il 19 marzo del 2002, figura di spicco in campo universitario e sociale nel corso di una vita dedicata – appunto – alla ricerca.

Nel ricordare la figura di Marco Biagi, ha scandito il Capo dello Stato durante la sessione inaugurale del convegno dedicato – come ogni anno – alla figura del docente emiliano, la Fondazione a lui intitolata “ha scelto il tema del lavoro. Un tema cruciale. Non mi permetto di addentrarmi in questa discussione – ha argomentato – perché non ne ho né la preparazione specifica né la competenza”.

Ma, ha spiegato rivolgendosi ad un’aula gremita di docenti e studenti “preparazione scientifica e competenza sono sempre indispensabili per affrontare qualunque argomento”. Nessuno escluso, a partire da quelli toccati, nella sua parabola, dallo stesso Biagi come le rappresentanze sociali e i corpi intermedi, intesi come quel reticolo di realtà – dai sindacati al mondo dell’associazionismo – che compone le fibre del tessuto del Paese. E di cui si avverte ancora la rilevanza.

“Le rappresentanze sociali e i corpi intermedi – ha evidenziato Mattarella – sono realtà in cui i cittadini si riconoscono. La loro emarginazione e la loro attenuazione di ruolo rende più fragile la società ed espone maggiormente i cittadini ad essere vulnerabili rispetto alle incertezze, insicurezze, paure che inducono alla chiusura in se stessi”. Queste realtà, ha ammonito, portano con sé “una importanza che supera la pur fondamentale dimensione dell’ambito delle relazioni del lavoro perché riguarda, in realtà, anche la salute del tessuto democratico del nostro Paese”.

Preservato, a dire del Presidente della Repubblica, dagli sforzi compiuti da chi si è impegnato, in una operazione di ricomposizione delle fratture presenti nella società. Come tentato da Biagi. Un uomo, ha ricordato Mattarella alla vigilia del 17/o anniversario della sua morte “di dialogo” e uno studioso “che approfondiva i temi della sua disciplina, avvertendo con grande consapevolezza che quell’equilibrio mirabile disegnato dalla nostra Costituzione richiede che ci si preoccupi costantemente di evitare che nascano ferite nella coesione sociale. E intervenire costantemente per sanarle, ridurre le fratture sociali e per rimuoverle. Per questo i brigatisti assassini lo hanno ucciso”.

E ora, ha concluso il Capo dello Stato, con le Brigate Rosse che sono state sconfitte “dall’unità del nostro popolo, a noi rimane il dovere della memoria, della memoria di chi è rimasto vittima perché impersonava, interpretava, un ruolo di cucitura, di valorizzazione della coesione sociale”.

(dell’inviato Gianluca Angelini/ANSA)

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