Conte: “Firmeremo l’accordo sulla Via della Seta con Xi”

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte agli Stati Generali Consulenti del Lavoro
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte agli Stati Generali Consulenti del Lavoro, Roma, 11 gennaio 2019. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

ROMA. – L’Italia è pronta a percorrere la ‘Nuova Via della Seta’ cinese, nonostante le preoccupazioni degli Stati Uniti e dell’Ue. Il premier Giuseppe Conte ha annunciato che Roma e Pechino firmeranno l’accordo quadro a fine mese, durante la visita del presidente Xi Jinping, per aprire le porte ai massicci investimenti infrastrutturali del gigante asiatico. L’intesa avvicinerà la Cina agli standard di trasparenza occidentali, ha sottolineato Conte per rassicurare gli alleati, escludendo ritorsioni delle agenzie di rating americane.

Con la ‘Nuova Via della Seta’ i cinesi si preparano a connettere Asia, Europa e Africa costruendo strade, porti, ferrovie, reti di telecomunicazioni. Per l’Italia si tratta di “un’opportunità” di crescita, ha spiegato Conte, che ha rivendicato la scelta di stringere un’ambiziosa partnership economica con Pechino senza dover per questo rinunciare “all’alleanza atlantica” ed al “costante dialogo con gli Stati Uniti, anche su questo dossier strategico”.

Le resistenze americane sono note: l’Italia è il primo partner europeo di peso in procinto di siglare un’intesa di questa portata con Pechino, a cui si imputano “standard e principi economici opachi”. Tali dubbi sono stati ribaditi anche dal dipartimento di Stato, che ha invitato Roma a vigilare. Conte ha chiarito che saranno adottate le “opportune cautele”, tanto più che “sottoscrivere l’accordo quadro non significa che saremo vincolati il giorno dopo”.

 

Ma la scelta italiana è responsabile, perché sarà “l’occasione per introdurre nostri criteri e standard di sostenibilità economica e ambientale all’interno del progetto, che sarà trasparente e ampio”, ha rilevato il premier. “Il memorandum è esattamente in linea con le migliori pratiche occidentali come trasparenza, apertura, scambio di informazioni e di dati”, gli ha fatto eco da Radio Anch’io il sottosegretario allo Sviluppo economico Manlio Geraci, in prima linea per condurre in porto un dialogo avviato dai governi Renzi e Gentiloni e proseguito con le visite in Cina dei ministri Di Maio e Tria.

La Cina ha puntato anche sulla storia per convincere Roma a firmare: “L’Italia è stata una fermata della Via della seta”, ha ricordato il ministro degli Esteri Wang Yi, evocando le imprese di Marco Polo. E confidando nell'”indipendenza” del nostro paese per respingere le “pressioni esterne”. Degli americani, appunto.

Intanto il sito Euractiv, specializzato in politiche europee, ha messo nero su bianco la bozza che la Cina ha preparato per la missione di Xi: investimenti nel porto di Trieste e cooperazione nello sviluppo di strade, ferrovie, ponti, aviazione civile, energia e telecomunicazioni, si legge nel documento, che risale a settembre e deve essere integrato dall’Italia. Pechino proporrebbe sinergie con i progetti infrastrutturali europei come le TEN-T, di cui fa parte anche la Tav, e una cooperazione rafforzata nel settore dell’elettricità tra la State Grid Corporation of China e Terna, scrive ancora Euractiv.

La parte italiana della ‘Nuova Via della Seta’ è soltanto una goccia nel mare degli investimenti, un miliardo di miliardi di dollari, che la Cina vuole mettere sul piatto a livello globale. Pechino inoltre vuole ospitare un nuovo evento promozionale a fine aprile. “Sarà più grande e ambizioso del primo”, ha assicurato il ministro degli Esteri Wang. Annunciando la partecipazione del leader russo Vladimir Putin. Anche l’Italia ci sarà: lo stesso Conte si è detto pronto a volare in Cina.

(di Luca Mirone/ANSA)