Decretone: nuova carica emendamenti, da disabili a studenti

Manifesti del M5s per far conoscere il reddito di cittadinanza.
Manifesti del M5s per far conoscere il reddito di cittadinanza.

ROMA. – Nuova carica di emendamenti al Decretone. M5S e Lega ci riprovano e al secondo passaggio del provvedimento bandiera in Parlamento presentano una cinquantina di proposte di modifica, su un totale di circa 800, per cercare di allargare le maglie del Reddito e della pensione di cittadinanza alle famiglie con disabili e con tanti figli. Tra le richieste torna anche quella che punta a eliminare il tetto dei 45 anni per il riscatto agevolato della laurea e per dare un sostegno più robusto (15% in più) agli studenti fuori sede. Ma le risorse a disposizione dei deputati sono poche e dunque – secondo quanto viene riferito da fonti di maggioranza – non sarà facile incassare il via libera.

Tra domani e lunedì è atteso anche un pacchetto di emendamenti del governo, dove il ruolo da protagonista dovrebbe essere giocato dall’intesa, ancora da sancire, con le Regioni sul ruolo dei navigator. Sono a firma di entrambi gli alleati giallo-verdi una serie di emendamenti che chiedono di rivedere la scala di equivalenza avvantaggiando i nuclei con componenti con gravi disabilità e nonché di facilitare le famiglie con più di cinque figli.

La Lega insiste poi nel proporre uno ‘sconto’ per le mamme lavoratrici in base alla prole: 4 mesi di scivolo per ogni figlio, per un massimo di un anno. Si tratta di un emendamento analogo a quello già presentato in Senato, che non è riuscito a ottenere il via libera.

Punta sempre sulla famiglia, un’altro emendamento targato Lega che chiede di non includere ai fini del calcolo Isee, necessario per la presentazione della domanda al Reddito, il bonus bebè e quello nido. Il Movimento guidato da Luigi Di Maio vorrebbe invece riscrivere il capitolo legato agli incentivi per i datori di lavoro che assumono beneficiari del Reddito: l’obiettivo sarebbe quello di estendere il bonus anche a chi stabilizza i precari o trasforma i part-time in contratti a tempo pieno indeterminato.

Sempre pentastellata ma costosa, pari a circa 200 milioni l’euro l’anno, la proposta di escludere i lavoratori gravosi dall’attesa di tre mesi per accedere alla pensione anticipata. E’ invece tutta leghista l’idea di introdurre una no tax area per i lavoratori frontalieri a 10.000 euro, così come quella che amplia la platea dell’Inpgi prevedendo che dal primo gennaio 2020 i comunicatori professionali e quelli che operano presso le pubbliche amministrazioni siano iscritti alla Cassa.

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