Il declino di Trudeau, mollato dai suoi ministri

Il Primo Ministro canadese Justin Trudeau apre i lavori del G7.
Il Primo Ministro canadese Justin Trudeau. (Foto Archivio)

WASHINGTON. – La stella di Justin Trudeau non brilla più. A sette mesi dalle elezioni politiche in Canada il suo esecutivo è in piena crisi e continua a perdere pezzi, travolto dallo scandalo legato al gigante delle costruzioni Snc-Lavalin. Il gruppo è sospettato di aver pagato milioni di dollari di tangenti alla Libia di Gheddafi, e l’accusa al premier è quella di favoreggiamento, di aver agito per evitare che l’azienda venisse processata al termine delle indagini.

Così se nel gennaio scorso si era dimessa l’ex ministra della Giustizia Jody Wilson-Raybould, presunta vittima delle pressioni del premier e del suo entourage, ora a mollare Trudeau è un altro pezzo grosso dell’esecutivo, Jane Philpott, presidente del Treasury Board ed ex ministro della Salute.

“Non posso tradire i miei valori fondamentali, le mie responsabilità etiche e gli obblighi costituzionali”, ha scritto nella lettera di dimissioni la ministra del Tesoro, puntando di fatto il dito contro l’ufficio del primo ministro e su come la vicenda della Snc-Lagavalin è stata gestita. A partire proprio dal pressing subito dalla ex ministra della Giustizia poi ‘degradata’ a responsabile per gli Affari dei veterani, colpevole – dicono i detrattori – di non aver assecondato le richieste.

Secondo le ricostruzioni dei media canadesi, infatti, l’obiettivo del premier e dei suoi fedelissimi sarebbe stato quello di un accordo per consentire alla società di evitare il processo pagando una sanzione. Una possibilità, tra l’altro, introdotta nell’ultima legge di bilancio su proposta dello stesso governo Trudeau. Evitando il processo, la Snc-Lavalin non solo non andrebbe incontro a condanne penali ma eviterebbe anche di essere bandita per un decennio dagli appalti governativi: un colpo, tra l’altro, anche per gli oltre 50 mila dipendenti nel mondo, di cui 12 mila in Canada.

Intanto i conservatori gongolano e, in crescita nei sondaggi, sperano nel crollo del leader del partito liberale che è alla guida del governo dal 2015 ma che oramai appare sul viale del tramonto, nonostante la sua giovane età, 47 anni. Certo, Trudeau continua a negare ogni addebito e ogni coinvolgimento nel caso Snc-Lavalin, sottolineando come “le preoccupazioni di questa natura devono essere prese seriamente, e posso assicurare tutti che lo farò”.

Ma a questo punto sembrano seriamente compromesse non solo la sua leadership e le sue chance in vista del voto di ottobre, ma la stessa esistenza di un governo che rischia di implodere da un momento all’altro.

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