Nuove grane per Trump, pressioni per nullaosta Kushner

Ivanka Trump e Donald Trump Jr.
Ivanka Trump e Donald Trump Jr. ANSA/JUSTIN LANE

WASHINGTON. – Nuove grane per Donald Trump dopo il fiasco del summit con Kim per il disarmo nucleare della Corea del nord, aggravato dalle polemiche per aver ‘discolpato’ il leader di Pyongyang dalla morte dello studente americano Otto Warmbier. Questa volta i problemi riguardano non solo lui ma anche la sua famiglia, quella che ha sempre considerato una soglia invalicabile.

Da un lato le pressioni del presidente per concedere al genero-consigliere Jared Kushner – che tratta il dossier per la pace in Medio Oriente – il nullaosta per accedere alle informazioni top secret, contro i pareri dei suoi piu’ stretti collaboratori e dell’intelligence.

Dall’altro l’annunciata convocazione di due figli, Ivanka e Donald Jr, davanti alla Camera dopo che Michael Cohen, l’ex avvocato personale del tycoon, li ha tirati in ballo nella sua deposizione al Congresso sui negoziati con i russi per una Trump Tower a Mosca.

La vicenda che più tiene banco, per ora, è quella della gestione da parte della Casa Bianca delle ‘security clearance’, ossia le autorizzazioni per l’accesso alle informazioni segrete. E’ uno dei filoni d’indagine della Camera dopo che è tornata sotto il controllo dei dem, ma per ora la Casa Bianca non collabora, tanto che il presidente della commissione di sorveglianza Elijah Cummings ha minacciato di ricorrere ai mandati di comparizione.

Una mossa che arriva dopo le rivelazioni del New York Times, secondo cui lo scorso maggio Trump ordinò al suo allora capo di gabinetto John Kelly di concedere a Kushner il nullaosta, nonostante il parere contrario dello stesso Kelly, dell’avvocato della Casa Bianca Don McGahn e dei dirigenti dell’intelligence, dalla Cia all’Fbi. Kelly e McGahn scrissero un memo interno che ora contraddice il tycoon, il quale in gennaio aveva detto al Nyt che non era mai stato coinvolto nella vicenda del nullaosta per il genero.

Le riserve dell’intelligence su Kushner erano legate in parte ai suoi contatti stranieri, anche d’affari, tra cui gli Emirati Arabi, l’Arabia Saudita, Israele e la Russia. E al fatto che non aveva rivelato alcuni incontri con russi: con emissari di Mosca alla Trump Tower che promettevano materiale compromettente su Hillary, con l’ambasciatore di Mosca in Usa Serghiei Kisliak e con il capo di una banca statale russa.

La vicenda, con i suoi risvolti nepotistici e di minaccia alla sicurezza nazionale, promette di finire dritta alla Camera. Come le accuse lanciate da Cohen nella sua audizione al Congresso contro Ivanka e Donald Jr, coinvolti a suo dire nelle trattative con i russi per costruire una Trump Tower a Mosca. La commissione di vigilanza ha già annunciato che intende sentirli entrambi come testimoni. Insieme al capo finanziario della Trump Organization, Allen Weisselberg, figura cruciale per penetrare gli intrighi finanziari del tycoon denunciati dal suo ex legale.

A Trump non resta che continuare ad attaccare i dem per la loro “corrotta caccia alle streghe”. E demolire la credibilità di Cohen con una raffica di tweet, chiedendo al Congresso di acquisire il manoscritto del suo nuovo libro, che a suo avviso dimostra il suo “spergiuro”.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

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