Fifa: Infantino lancia il Mondiale Quatar 2022 a 48 squadre

Gianni Infantino, presidente della Fifa, durante la conferenza stampa.
Gianni Infantino, presidente della Fifa, durante la conferenza stampa. ANSA/CLAUDIO PERI

ROMA. – “Vale la pena analizzare la questione e provarci”. Da Roma, dove si è tenuto il ‘Fifa Executive Football Summit’, Gianni Infantino rilancia l’idea di anticipare al Mondiale del Qatar del 2022 una rassegna iridata allargata da 32 a 48 squadre. Il progetto del mondiale ‘arabo’ è ambizioso e pieno di ostacoli a livello organizzativo non solo per l’opposizione dell’Uefa, ma anche a causa dei delicati rapporti geopolitici che attualmente intercorrono tra il piccolo stato bagnato su tre lati dalle acque del Golfo Persico, la confinante Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein ed Egitto.

Al momento, secondo indiscrezioni, Kuwait e Oman non sarebbero contrari, ma i tempi stringono. “E’ una decisione che va presa entro il prossimo giugno – sottolinea Infantino – perché poi in autunno cominciano le qualificazioni in alcune confederazioni”. “Non è facile” ammette Infantino, ricordando che il Mondiale del 2026 in Usa, Canada e Messico “già sarà a 48 squadre. Perché quindi non provare a farlo prima? Stiamo studiano la fattibilità anche a livello di infrastrutture. Oggettivamente è molto difficile organizzarlo a 48 solo in Qatar per via della piccola geografia del paese, vediamo se è possibile giocare alcune partite in paesi limitrofi”.

“Adesso la situazione geopolitica è complessa, ma se Trump e Kim Jong-un (leader della Corea del Nord, ndr) si incontrano allora tutto è possibile – lo slancio di ottimismo di Infantino -. Io sono nella bella posizione di poter fare calcio e non politica e posso parlarne apertamente con tutti. Il Qatar è aperto a parlarne, se è possibile lo faremo, e sarà un mondiale fantastico a 48 squadre che fa scoprire il mondo arabo”.

E magari agevolerà anche alcune squadre a qualificarsi. “Stiamo discutendo del mondiale allargato perché vogliamo che partecipi anche l’Italia…” è la battuta di Infantino dopo la mancata partecipazione degli Azzurri alla rassegna iridata in Russia.

Tornando serio però il numero della Fifa non risparmia qualche bacchettata all’Italia, a partire dal tema razzismo. “Il paese può fare di più. Se siamo più tolleranti viviamo tutti meglio. Nel calcio ci sta lo sfottò, la presa in giro tra tifosi, però non bisogna oltrepassare limite – evidenzia Infantino – e col razzismo bisogna intervenire con fermezza, chiedendo aiuto ad autorità e governo per togliere dagli stadi questi deficienti che usano violenza e che si comportano da razzisti, perché il calcio da solo non può affrontare queste questioni”.

Ben vengano quindi richieste come quella avanzata dalla sindaca di Roma, Virginia Raggi, che oggi ha scritto al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sollecitando misure specifiche per fermare tifosi violenti e turisti incivili. “Avanti così, non vogliamo negli stadi e nemmeno in giro per l’Europa tifosi violenti – le parole di Infantino -. Se ne restino a casa loro, noi dobbiamo aprire gli stadi e famiglie e bambini”. E

proprio quello dell’impiantistica è un altro tema preso di petto da Infantino: “La situazione degli stadi in Italia è qualcosa che va al di là di qualsiasi logica. Oggi l’Italia è dietro al Gabon, che ha organizzato l’ultima Coppa d’Africa a livello di stadi”. Titoli di coda poi riservati alla Var e alle polemiche degli ultimi giorni.

“Cerchiamo di sostenere gli arbitri anche quando sbagliano in buona fede. Chi mettiamo Gesù ad arbitrare? Sono esseri umani, arbitrare è difficilissimo. Se l’arbitro sbaglia una decisione che gli vogliamo sparare? Bisogna accettare l’errore. Abbassiamo tutti i toni, ricordiamoci che parliamo di calcio” conclude Infantino.

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