Salvini avverte Di Maio: “Basta rinviare, subito anche Tav”

Luigi Di Maio, ministro dello Sviluppo Economico e Lavoro (s), e Matteo Salvini, ministro degli Interni, nell'aula della Camera dei Deputati durante il Question Time, Roma 13 febbraio 2019.
Luigi Di Maio, ministro dello Sviluppo Economico e Lavoro (s), e Matteo Salvini, ministro degli Interni, nell'aula della Camera dei Deputati durante il Question Time, Roma 13 febbraio 2019. ANSA/FABIOFRUSTACI

ROMA. – Ora basta: è arrivato il momento di accelerare e chiudere dossier sul tavolo da troppo tempo, dalla Tav all’autonomia. Matteo Salvini fa sapere a Luigi Di Maio che rinviare non si può più. Non si può arrivare alle europee di fine maggio restando fermi, inerti. Glielo dirà anche di persona, in un incontro a quattr’occhi che potrebbe esserci già nelle prossime ore.

Ma lo fa capire anche in pubblico: “Ho dato la mia parola e il governo non cade ma M5s continui a lavorare”. C’è un solo fattore – spiegano i leghisti a Montecitorio – in grado di far saltare il patto di governo tra Lega e M5s: il malcontento che sale dai territori. Non solo lo stop alla Tav e l’Autonomia, ma anche la percezione della frenata economica: se non si fa niente per dare un segnale di inversione di rotta, rischia di sfumare il consenso di cui (al netto del calo M5s) ancora gode il governo nel suo insieme.

Dare la colpa ai rigoristi di Bruxelles, nella campagna per le europee, può non bastare. E l’ottimismo sfoggiato davanti alla bocciatura dei conti italiani da parte dell’Ue, rischia di non reggere l’urto di una gelata dell’economia che è iniziata a metà 2018 e potrebbe registrare a inizio 2019 un calo di consumi ed export.

Ecco perché Salvini prova a imprimere un’accelerazione. Sulle Autonomie, incontrando i presidenti di Lombardia e Veneto (si proverà ad accelerare le richieste delle regioni del Sud, ma senza bloccare l’iter già avanzato al Nord). E sulla Tav, su cui Salvini ha la sponda di Tria. Il ministro dell’Economia sarà venerdì a Parigi per un bilaterale con il suo omologo Bruno Le Maire, al quale è difficile che possa portare una linea di governo. Ma a metà marzo la società Telt deciderà se sbloccare i bandi sulla Tav e per allora, concordano M5s e Lega, il governo dovrà prendere una posizione.

La linea del rinvio a dopo le europee, sposata in un primo momento, sembra non reggere più. Un vertice di governo sul tema si terrà entro la prossima settimana. E se dal M5s fanno sapere di non aver cambiato idea sul No, i leghisti sono ottimisti che la pressione dei territori (in Piemonte si vota a maggio) faccia virare il Movimento sul Sì a una “mini Tav”.

Più in generale, c’è l’urgenza di agire. Lo afferma, con “feroce determinazione”, il premier Giuseppe Conte, nello sbloccare i fondi contro il dissesto. E mentre sembra sbloccarsi il nodo Inps, con la nomina di Pasquale Tridico commissario e Mauro Nori vice, un Consiglio dei ministri ci sarà giovedì sera per varare la riforma del codice degli appalti che era contenuta nel ddl di Di Maio sulle semplificazioni approvato in Cdm il 12 dicembre ma non è mai arrivata in Parlamento.

Salvini fa intanto sapere di avere consegnato a Conte una bozza di decreto Sblocca cantieri, per accelerare le opere e dare ossigeno ai territori. Ma irrita profondamente il M5s, che si vede “scippare” ogni iniziativa. Danilo Toninelli, gelido con Salvini, concorda con Conte che andranno insieme in giro per il Paese a dare impulso ai cantieri. Il decreto (forse un ddl con corsia prioritaria) per eliminare vincoli e sbloccare le opere dovrebbe arrivare la prossima settimana e – fanno sapere da Chigi – raccoglierà i “suggerimenti” di Salvini al testo di Conte e Toninelli.

Di Maio ha annunciato un decreto per la crescita entro il mese di marzo. “Bene, purché si faccia”, replicano fonti leghiste, spiegando che il prossimo mese arriverà anche la proposta di Salvini sulla flat tax.

(di Serenella Mattera/ANSA)