La difficile partita tra Trump e Kim per la pace

Corea del Nord, delle persone guardano lo schermo della tv il lancio di un missile. Hanoi
Corea del Nord, delle persone guardano lo schermo della tv il lancio di un missile. (ANSA/AP Photo/Eugene Hoshiko)

PECHINO. – La richiesta originaria americana di “denuclearizzazione completa, verificabile e irreversibile” si è frantumata contro il muro nordcoreano appena poche settimane dopo l’ottimismo della dichiarazione congiunta dello storico summit tra Usa e Corea del Nord del 12 giugno 2018, a Singapore. Alla vigilia del secondo summit di Hanoi, la partita a scacchi di Donald Trump col leader Kim Jong-un si presenta difficile.

L’asticella del tycoon è via via scivolata verso il basso negli sforzi per convincere Pyongyang che ha di fronte “un futuro da potenza economica”, ma senza atomica e missili. Zhao Tong, ricercatore al Carnegie-Tsinghua Centre for Global Policy di Pechino, ha notato la “assenza di indicazioni” del Nord sulla volontà di rinunciare al nucleare, suggerendo un percorso per costruire la fiducia tra i due Paesi.

Secondo alcuni esperti, la Corea del Nord, vorrebbe comunque lo status di potenza nucleare acquisito, sul modello Pakistan. Lo stesso segretario di Stato Mike Pompeo ha ammesso pochi giorni fa in un’intervista che il Nord resta una minaccia. Trump, nell’avvicinamento al summit, ha elogiato la Corea del Nord per aver sospeso i test nucleari e allentato la tempistica su disarmo e smantellamento delle ambizioni nucleari.

Mentre Kim punta da sempre (appoggiato dalla Cina) a “gratifiche compensative” con l’allentamento delle sanzioni a fronte dei progressi compiuti sull’abbandono del nucleare, oltre alle rassicurazioni sulla sicurezza dello Stato eremita.

Le sanzioni, per Trump, rappresentano il limite del punto di non ritorno tra la nomea del “deal maker” e il criticatissimo “dialogo per il dialogo”, imputato ai suoi predecessori. Una volta allentato il pressing sarà pressochè impossibile ottenere una nuova stretta Onu senza nuovi minacciosi test del Nord.

I leader, già da mercoledì sera, dal loro primo faccia a faccia, proveranno a puntare l’attenzione sulla praticabilità dei passaggi “concreti e verificabili” (con l’uso di ispettori internazionali) sulla denuclearizzazione a carico di Pyongyang, oltre all’impervio capitolo degli impianti nucleari (su tutti lo smantellamento del reattore di Yongbyon) e di stoccaggio, e al corposo arsenale dalle potenziali 30-60 testate atomiche, arricchitosi da ultimo dei missili a gittata intercontinentale.

A fronte di tutto ciò, in capo a Washington pendono le diverse concessioni da riconoscere. Negli ultimi tempi, per evitare incomprensioni, è emersa addirittura la necessità di procedere a un’interpretazione “autentica” alla terminologia dalle parti.

Trump e Kim sono già arrivati ad Hanoi, alla vigilia della due giorni negoziale: il tycoon dopo un volo di 20 ore e due tappe per il rifornimento, il leader nordcoreano dopo un estenuante viaggio in treno durato più di 65 ore per oltre 4.000 km tagliando la Cina. Pechino ha dato “uno speciale sostegno al treno speciale”, ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri Lu Kang, non confermando il “prestito” dei locomotori diventati all’improvviso da gialloverdi a bianchi.

Calorosa ed entusiastica è stata l’accoglienza alla stazione vietnamita di Dong Dang, da dove Kim ha continuato in auto per 170 km fino ad Hanoi, una città tirata a lucido, piena di fiori, di bandiere dei tre Paesi e ritratti dei due leader del summit. Da Seul, l’accelerata degli ultimi giorni nei preparativi del vertice è stata valutata come segnale di accordi possibili, come per la “dichiarazione di fine guerra” di Corea del 1950-53, primo passo per garantire la sicurezza nordcoreana. Non ci sarebbero effetti legali, non essendo un trattato di pace, ma avrebbe un forte impatto simbolico.

Il summit, ha scritto Pompeo su Twitter, sarà un’occasione “per trasformare le relazioni, costruire una pace duratura e completare la denuclearizzazione”. Giovedì si saprà se la mediazione americana avrà avuto successo.

(di Antonio Fatiguso/ANSA)

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