Wbo Italcables, quando gli operai fanno rivivere l’azienda

Caivano, alcuni operai cella coop che hanno fatto rivivere l'azienda.
Caivano, coop lavoratori da fallimento a 20 milioni euro fatturato

CAIVANO (NAPOLI). – Dal concordato per la liquidazione a 20 milioni di fatturato. Caivano, provincia di Napoli: la Wbo Italcables nasce dalle ceneri dell’Italcables e produce trefolo e filo per cemento armato precompresso ed è gestita da 51 ex dipendenti “che si sono costituiti in cooperativa”, spiega Matteo Potenzieri, presidente della cooperativa Wbo Italcables.

“Abbiamo acquistato lo stabilimento, pagando l’ultima rata nel novembre dello scorso anno, abbiamo impegnato tutto quello che avevamo, ovvero la mobilità, presa in un’unica soluzione anticipata, e l’abbiamo investita nel capitale sociale della cooperativa – racconta Raimondo Liberatore, direttore dello stabilimento – È stato come lanciarsi senza paracadute”.

Lo stabilimento era stato realizzato a cavallo degli Anni Settanta e Ottanta dalla Redaelli Tecna, che ne ha mantenuto la proprietà fino al giugno 2008 quando è stata assorbita dalla Italcables, che aveva altre due fabbriche: una a Sarezzo (Brescia) e una a Cepagatti (Pescara). A sua volta la Italcables qualche anno prima era stata acquisita da Companhia Previdente, società industriale portoghese che dal 2009 deve affrontare una grossa crisi di liquidità. La stretta creditizia è tale che si sceglie di chiudere prima Sarezzo, dove resta solo la sede amministrativa, poi Cepagatti.

Nel 2013 capitola anche l’Italcables a Caivano, ma gli operai si rifiutano di arrendersi e decidono di diventare loro stessi padroni della fabbrica per cui lavoravano. “È stato un dramma sia il momento della chiusura che la decisione di costituire una cooperativa – conferma il caposquadra Antonio Oliva -. C’era il rischio di poter perdere tutto in pochi mesi”. “Trovarsi improvvisamente senza lavoro è stato durissimo, dormivamo nello stabilimento perché temevamo ci rubassero i macchinari – dice Pasquale Crespa, elettricista”.

Gli ex dipendenti hanno sfruttato una legge del 2013 che riconosce la prelazione a favore dei lavoratori di imprese in crisi. “Wbo” sta proprio per workers buyout, cioè dipendenti che rilevano la fabbrica in cui lavoravano. “Riprendere a lavorare è stato un sogno, continua ad essere un sogno ma siamo consapevoli di non poter commettere errori – aggiunge Oliva -. Sentivamo di essere competitivi e bravi nel nostro lavoro, con tanti sacrifici anche economici stiamo trovando la quadra”.

Nel settore metallurgico del Mezzogiorno ci sono state altre esperienze simili ma nessuna delle dimensioni della Wbo Italcables.

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