Maestro di Foligno: “Le mie scuse ai genitori, ma volevo fare integrazione”

Bambini seduti sui banchi di scuola, ripresi di spalle
Bambini seduti sui banchi di scuola.

FOLIGNO (PERUGIA). – “Un’attività per l’integrazione finalizzata a far prendere coscienza agli studenti del concetto di differenza razziale e di discriminazione”. Non un esperimento sociale. E’ quello che ritiene di avere svolto il maestro della scuola del folignate sospeso dopo avere indicato ai compagni come “brutto” un bambino di colore. Secondo il docente, però, un “malinteso” per il quale ha fatto “le sue scuse ai genitori dell’alunno e più in generale a quelli dell’intera classe”.

Parole arrivate attraverso l’avvocato Luca Brufani, che ha parlato con l’ANSA. “Il mio assistito – ha sottolineato il legale – può essere qualificato come simmetrico opposto rispetto al concetto di razzismo e questo viene dimostrato sia dalla sua personalità sia dai sui trascorsi, i suoi studi e dalla sua sensibilità”. Il legale ha poi precisato che dall’attività “volta all’integrazione” è scaturita “un’indignazione come conseguenza di questo comportamento che avrebbe portato poi alla consapevolezza e quindi a ciò che il maestro pone alla base dei propri insegnamenti e della propria personalità”.

Il legale ha sostenuto che sarebbe “uno l’episodio in questione e coinvolgerebbe il bambino, mentre la sorellina, che frequenta un’altra classe, non sarebbe stata coinvolta”. Inoltre – ha proseguito – “il mio assistito afferma con decisione di avere preventivamente chiesto si ragazzi se fossero d’accordo nel fare questa lezione e loro hanno dato il consenso”. Alla base del clamore mediatico ci sarebbe secondo il legale un difetto di comunicazione.

“Il risultato il docente l’ha conseguito – ha affermato – perché i ragazzi si sono indignati. Ciò che è andato male è stata la comunicazione degli alunni che hanno raccontato questa esperienza a casa e i genitori hanno interpretato le modalità con le quali è stata posta in essere, confondendo questo con un problema di razzismo”. E sul fatto che il maestro sia “addolorato” per quanto successo, l’avvocato Brufani ha sottolineato che “non è pentito di un principio relativo all’integrazione, ma riguardo dell’effetto che ha avuto l’iniziativa”.

“Un effetto discordante – ha spiegato ancora – da ciò che lui voleva realizzare”. Adesso per la difesa c’è da fronteggiare anche il provvedimento di sospensione cautelare deciso dal ministero dell’Istruzione. “Abbiamo cinque giorni di tempo – ha concluso l’avvocato Brufani – per presentare delle memorie difensive così da scongiurare la convalida”.

(di Gianluigi Basilietti/ANSA)

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