Rugby: Italia senza Parisse, con l’Irlanda serve un miracolo

Il capitano della nazionale di rugby azzurra Sergio Parisse in azione
Il capitano della nazionale di rugby azzurra Sergio Parisse in azione. ANSA / MAURIZIO BRAMBATTI

ROMA. – “Sergio è frustrato perché non può giocare, ma è giusto che non giochi. Oggi rispetto a venti anni fa i giocatori sono più tutelati e protetti”. Lo dice il commissario tecnico della Nazionale italiana di rugby, Conor O’Shea, dopo aver annunciato il XV titolare che scenderà in campo domenica all’Olimpico per tentare la missione impossibile di battere l’Irlanda, attualmente seconda nel mondo rugbistico solo agli All Blacks.

Il capitano azzurro è stato fermato dallo staff medico, a norma di regolamento sugli scontri da gioco, a seguito di un trauma cranico e al suo posto giocherà il sudafricano Braam Steyn. “Uno dei punti di forza dell’Irlanda è nei punti di incontro – spiega O’Shea -. Abbiamo scelto la nostra terza linea questa settimana dopo le notizie di Sergio e se lavoriamo meglio sui punti di incontro questa settimana abbiamo la possibilità di mettere in difficoltà l’Irlanda perché con la palla veloce siamo più bravi”.

Poi O’Shea dice la propria sulle possibilità che Treviso possa qualificarsi ai play off di Guinness Pro 14, e tira una stoccata alla stampa d’Oltremanica. “E’ una buona cosa per noi – dice il ct -, perché vedo i nostri giocatori con più fiducia. Fuori dall’Italia non sanno niente, scrivono senza educazione, senza essersi mai interessati al nostro sistema. Hanno 500 parole nei loro articoli, sono un po’ più pigri. È molto semplice scrivere, ma il rugby mondiale ora sa cosa stiamo facendo. È molto semplice scrivere e parlare di dead line, loro non sanno nulla del nostro rugby. Alle critiche non penso, non mi interessa. So cosa stiamo facendo e il nostro lavoro va nella buona direzione”.

Intanto però domenica l’Italia arriverà alla 20/a sconfitta consecutiva nel 6 Nazioni, e l’ultimo successo in casa rimarrà quello del 2013, quindi sei anni fa, proprio contro l’Irlanda: sembra quasi un’altra era. La realtà di oggi, testimoniata dalle cifre, è che gli azzurri contro gli irlandesi incassano una media di 50 punti e 7 mete a partita. Per battere Sexton e compagni servirà un miracolo.

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