Reddito di Cittadinanza: c’è stretta sugli stranieri, via paletti a rinnovi

La card n.1 del Reddito di Cittadinanza sotto una becheca di vetro.
La card n.1 del Reddito di Cittadinanza sotto una becheca di vetro. ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA. – M5S e Lega suggellano l’intesa su Reddito e Quota 100 e fanno dietrofront su oltre la metà delle proposte di modifica al decretone che hanno presentato in Parlamento. Fra le pochissime novità che riescono a superare i veti incrociati dei due alleati, spunta una stretta contro gli stranieri che fa diventare più complesso il percorso per la richiesta del sostegno all’occupazione per chi è extracomunitario.

Niente da fare invece per i paletti ai rinnovi del Reddito, che avrebbe voluto fissare il partito di Salvini, così come finiscono in un nulla di fatto la proposta leghista che puntava ad evitare che il nuovo sostegno all’occupazione potesse essere sommato al bonus Sud e l’emendamento che avrebbe reso più ‘appetibile’ il riscatto della laurea.

I lavori in commissione non procedono spediti come la maggioranza vorrebbe però: a protestare sono le opposizioni, che lamentano il mancato rispetto dei regolamenti parlamentari e la conseguente contrazione del dibattito. Ma non solo. Critiche arrivano anche sul fronte dei contenuti: “hanno bocciato tutti gli emendamenti per i più deboli”, dice la senatrice Dem Annamaria Parente accusando i partiti al governo di “cinismo” e invitando a proseguire la “battaglia”.

Proteste facili, è la replica targata M5S, una volta che si è finiti all’opposizione: “Incredibile ma vero, dopo essere stato al governo dal 2011, epoca Monti, a metà dell’anno scorso adesso il Pd si ricorda dell’esistenza delle fasce più deboli della popolazione”, scrivono tutti i senatori pentastellati della commissione Lavoro. Anche Forza Italia però evidenzia la mancanza di interventi per “favorire le famiglie numerose”, così come hanno chiesto in audizione tanti soggetti diversi che appartengono e operano nel mondo del sociale.

Oltre ai nuovi vincoli per chi proviene da un Paese extra Ue ma decide di chiedere il Reddito di cittadinanza in Italia (dovrà presentare una certificazione timbrata dal Consolato), i senatori M5S-Lega hanno trovato l’intesa sul capitolo legato alle dimissioni volontarie: perderà il diritto al beneficio solo il componente della famiglia che ha lasciato il lavoro e non tutto il nucleo.

Lo stop invece ai 39 emendamenti di maggioranza ha fatto saltare alcune delle proposte di modifica più rilevanti, tra cui l’estensione ai beneficiari del reddito di cittadinanza delle tariffe elettriche e del servizio idrico agevolate e la maggiorazione dell’importo del reddito in caso un figlio sia studente fuori sede, entrambe firmate M5S.

Da parte sua, invece, la Lega ha rinunciato all’idea di introdurre l’obbligo del servizio civile di un anno per chi entra nel programma del reddito e anche il taglio del 10% del reddito che va ai Comuni se ci sono debiti Imu-Tasi-Tari. Niente da fare anche per la richiesta di incompatibilità con altre cariche per la presidenza dell’Inps. Il Decretone è destinato ad approdare in Aula al Senato il prossimo lunedì, per poi passare all’esame della Camera dove si riaprirà quindi il cantiere delle modifiche.