Visco cita Ciampi: “Bankitalia sempre indipendente”

Il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco intervistato dal direttore de ' Il Mattino, Fedrico Monga, a un evento dal quotidiano napoletano nel teatrino di Corte di Palazzo reale, Napoli.
Il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco intervistato dal direttore de ' Il Mattino, Fedrico Monga, a un evento dal quotidiano napoletano nel teatrino di Corte di Palazzo reale, Napoli. ANSA / CIRO FUSCO

MILANO. – Ha schivato per tutta la giornata ogni riferimento alla maggioranza di governo, ma proprio sul finire non è riuscito a tenersi fuori dal dibattito. Presentando il suo libro a Milano, il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, prima l’ha presa alla larga: “Credo che effettivamente la Banca d’Italia sia indipendente. Non vedo quale sia l’attacco all’autonomia, semmai c’è una visione a volte incerta sulle sue responsabilità”.

E dopo ha fatto un nome che già di per sé sarebbe bastato, quello di Carlo Azeglio Ciampi: “Lui – ha ricordato – diceva sempre: noi in ogni caso siamo autonomi, perché quello che conta è l’autonomia di giudizio”. Poi alla fine, mentre stava salutando dopo aver presentato alla Bocconi il suo libro, Visco ha detto qualcosa anche sulle riserve auree: non serve una nuova legge che ne definisca la proprietà, perché già “ce sta”.

Insomma, il governatore ha messo in fila le risposte alla coalizione Cinque Stelle-Lega. Negli ultimi giorni, i punti di frizione sono stati due: i partiti di governo hanno invocato ”discontinuità” in occasione del rinnovo del vicedirettore di Bankitalia, Luigi Federico Signorini, e poi il Carroccio ha chiesto una legge per stabilire che le riserve auree sono dello Stato.

Visco non è ‘sceso’ in politica. Ma ha dato più di un colpo alle scelte del governo. Ne ha dati ai Cinquestelle, quando ha criticato “il crollo degli investimenti in infrastrutture e nelle altre opere pubbliche” e anche alla Lega, che con quota cento non può pensare di aver risolto il problema dell’occupazione, visto che “chi va in pensione prima il lavoro non lo trasferisce, perché ci sono le tecnologie” che prendono il posto dei nuovi dipendenti.

Senza considerare il tema dei temi. “Il problema in Italia è il debito pubblico – ha spiegato Visco – In Italia la crescita si abbassa e il tasso di interesse sul debito sale”. Per il governatore, anche nella Manovra c’era qualcosa che non andava. Per esempio, “la normativa sull’Aiuto alla crescita economica (Ace) ha ridotto lo svantaggio fiscale del capitale di rischio rispetto al debito”, e la sua abolizione in legge di Bilancio “rischia di andare in direzione contraria alla direttiva Ue sulla tassazione delle imprese”.

Qualcuno ha visto un attacco alla maggioranza anche nelle parole di Visco sulla “società che non approfondisce, che si ferma agli slogan, ai titoli, ai troll che ripetono tesi anche non veritiere, magari costruite per ignoranza”. Ma lui la politica e il governo non lo ha mai nominati.

(di Giampaolo Grassi/ANSA)

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