Telefonata Mattarella e Macron: Colle in campo per disgelo

Il Presidente Sergio Mattarella al termine dei colloqui con il Presidente della Repubblica Francese Emmanuel Macron.
Quirinale 11/01/2018: Il Presidente Sergio Mattarella al termine dei colloqui con il Presidente della Repubblica Francese Emmanuel Macron. (Foto Ufficio Stampa Quirinale)

ROMA. – Una telefonata tra Emmanuel Macron e Sergio Mattarella. Dopo il ritiro dell’ambasciatore francese da Roma e cinque giorni di stallo e incomunicabilità tra i governi italiano e francese, un filo di dialogo si riapre tra l’Eliseo e il Quirinale. Nessuna telefonata con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte: in un giorno ancora ad alta tensione sull’asse Roma-Parigi per il dossier Tav, Macron sente il capo dello Stato.

La rottura era dovuta all’incontro di Luigi Di Maio con i gilet gialli. Ma in serata è l’Eliseo a diramare una nota, per riferire del colloquio e ricordare “l’importanza” dei “legami storici” tra i due Paesi. In serata, silente il Colle, è l’Eliseo a comunicare che i due presidenti si sono sentiti al telefono e “hanno ricordato che la Francia e l’Italia, che hanno costruito insieme l’Europa, hanno una responsabilità particolare per lavorare insieme alla difesa e al rilancio dell’Unione europea”.

E ancora: “I due presidenti hanno riaffermato l’importanza per entrambi i Paesi della relazione franco-italiana, nutrita da legami storici, economici, culturali e umani eccezionali”.

La telefonata appare l’inizio di un disgelo, che potrebbe riportare a breve l’ambasciatore francese in Italia. Ma il fronte Roma-Parigi è ancora caldo, anzi surriscaldato dalla pubblicazione dell’analisi costi-benefici sulla Tav, che boccia l’opera e non solo riaccende lo scontro tra M5S e Lega, ma alimenta le tensioni tra Italia e Francia.

In giornata il ministero dei Trasporti francese replica in maniera gelida al dossier di Toninelli: Parigi lo sta esaminando ma resta a favore dell’opera. Dopo lo strappo sui gilet gialli, intanto, si concretizza un’ipotesi emersa nei giorni scorsi: che Macron avesse contatti non con il premier italiano, suo naturale interlocutore dal momento che il presidente francese ha poteri esecutivi, ma con il presidente della Repubblica.

Conte, che è a Strasburgo al parlamento europeo, viene informato da Mattarella: lo vedono riunirsi in un ufficio con i suoi consiglieri per oltre mezz’ora. Poi in serata, a commentare la notizia della telefonata, Conte dirama una nota in cui sottolinea che da giorni va ribadendo che “i rapporti Italia-Francia sono così solidi da non poter essere indeboliti da singoli episodi”.

Ma non si vedono schiarite tra Macron e i vicepremier italiani. Anche perché a catalizzare le attenzioni dell’intero governo sono le fibrillazioni dopo il crollo M5S nelle elezioni in Abruzzo. In serata, ancora sulla Tav, va in scena uno scontro a distanza tra Matteo Salvini (“i dati dell’analisi costi-benefici sono strani”) e Alessandro Di Battista.

Il leader della Lega dice sì all’opera, anche a costo di convocare un “referendum”. L’esponente M5S ribadisce il No e aggiunge che fosse in Salvini, si farebbe processare per il caso Diciotti. Il governo non cade, assicurano entrambi. Ma l’aria è plumbea.

In serata non c’è ancora traccia dell’incontro che dovrebbe portare a un chiarimento tra Salvini e Di Maio, silente da due giorni. Potrebbe svolgersi nelle prossime ore, ma ancora non c’è conferma. E non aiutano di sicuro le uscite di Beppe Grillo, che in una tappa del suo spettacolo a Bologna racconta di aver preso il “Maalox” per la sconfitta abruzzese e rilancia, chiedendo alla Regione di restituire 700 milioni dati loro l’anno scorso dal governo.

(di Serenella Mattera/ANSA)

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