Champions: E’ la Roma di Zaniolo, ma il Porto rimane in corsa

I salti di gioia di Zaniolo dopo la doppietta al Porto. Roma
I salti di gioia di Zaniolo dopo la doppietta al Porto. ANSA/ETTORE FERRARI

ROMA. – Tutto rimandato al 6 marzo, quando all’ ‘Estadio do Dragao’ si giocherà il match di ritorno. La Roma infatti batte di misura il Porto, per 2-1, e il verdetto di questo ottavo di finale di Champions non può ancora essere definitivo. Intanto va detto che questa Roma così italiana, con sette giocatori che potrebbero fare al caso di Mancini, è piaciuta risultando lontanissima parente di quella che due settimane fa in Coppa Italia ha scritto una pagina vergognosa della sua storia.

Questa invece è la squadra di Zaniolo, il campione ragazzino che questa sera ha segnato due reti a quel Casillas che ha quasi il doppio dei suoi anni e era alla sua 172/a partita in Champions. Peccato solo per il palo di Dzeko, unica emozione del primo tempo, e per quella rete del Porto arrivata appena tre minuti dopo la doppietta di Zaniolo, il nuovo idolo sbocciato due anni dopo il ritiro di quello amatissimo per un quarto di secolo.

E che ora i romanisti quasi hanno paura di esaltare, temendo che poi la società, in nome delle plusvalenze e se non dovesse arrivare il quarto posto, possa cederlo. Sentimento comprensibile, se si pensa ai rimpianti che nella capitale giallorossa ancora suscitano i nomi di Alisson e Salah.

Ora però c’è l’Europa da onorare, cercando di rivivere le emozioni della scorsa stagione. Bisognerà resistere al ritorno alle ondate dei portoghesi del focoso ex laziale Sergio Conceicao, che ha trovato anche il modo di litigare con il collega Di Francesco, e che ordinerà ai suoi di giocare un calcio meno ‘bailado’ e più offensivo. Intanto la situazione rimane in stato di attesa.

Nel primo tempo le emozioni erano state poche, e il ritmo del gioco non troppo elevato. La Roma si era resa veramente pericolosa solo al 37′ con il palo che Dzeko aveva colpito tirando di destro, mentre il Porto aveva effettuato una sola conclusione verso la porta avversaria, con Fernando: Mirante aveva parato senza ‘dannarsi’ troppo.

Per il resto la squadra di Sergio Conceicao si era segnalata soprattutto per il gran pressing sui portatori di palla rivali, mentre la Roma aveva accennato qualche protesta, con Zanolo e De Rossi, per un presunto ‘mani’ in area di Pepe al 21′: check via auricolare dell’arbitro Makkelie e nessuna chance di penalty per i giallorossi.

Tutta un’altra storia nella ripresa, prima con le occasioni, una per parte, per la Roma con Cristante (bella respinta di Casillas) e poi per il Porto con un colpo di testa di Danilo, su corner di Telles, sul quale Florenzi era intervenuto sulla linea per evitare la rete gol degli ospiti. Tutto ciò era il prologo ai gol con cui Zaniolo, il più giovane italiano di sempre a segnare una doppietta in Champions, faceva impazzire l’Olimpico: prima, al 25′ st, controllando l’assist di Dzeko e poi battendo con un destro ‘a incrociare’ Casillas; poi, per il 2-0, intervenendo in tap in sul tiro di Dzeko andato a imprimersi sul palo.

In quel momento l’Olimpico veniva giù per la seconda prodezza personale del figlio dell’attaccante che a Roma calcava il campo di gioco della Cisco. Tre minuti dopo, però, sul pubblico romanista calava il gelo perché il subentrato Adrian Lopez segnava il 2-1 dopo che una conclusione sporca di Tiquinho si trasformava in assist per il compagno spagnolo, che batteva Mirante. Ecco allora che la Roma per sapere se anche quest’anno sarà tra le migliori otto d’Europa dovrà ancora attendere: l’imperativo sarà sfatare il tabù del Porto.

(di Alessandro Castellani/ANSA)