Rogo al vivaio del Flamengo, morti dieci giovani giocatori

Amici, fans e giornalisti affollano la sede del centro allenamento del Flamengo dopo la tragedia.
Amici, fans e giornalisti affollano la sede del centro di allenamento del Flamengo dopo la tragedia. (ANSA/AP Photo/Leo Correa)

SAN PAOLO. – Giornata tragica per il Flamengo, la squadra di calcio più popolare del Brasile: un violento incendio ha distrutto una struttura del centro di allenamento giovanile del club, a Rio de Janeiro, causando 10 morti, tra cui tanti giovani giocatori fra i 14 e i 17 anni, in quella che il presidente della squadra rossonera, Rodolfo Landim, ha definito “la peggiore tragedia della nostra storia”.

Le fiamme sono divampate in un locale del centro, noto come “Ninho do Urubu” – in allusione all’urubu, l’avvoltoio sudamericano simbolo del Flamengo – intorno alle 5 del mattino (le 8 in Italia), mentre i ragazzi delle squadre giovanili del club dormivano. Secondo i pompieri di Rio, sono tutti morti carbonizzati. Tre feriti, anch’essi minorenni, sono stati ricoverati con ustioni di vario grado in un ospedale della Barra di Tijuca. Uno di loro si trova in condizioni molto gravi. La prima vittima identificata è stata il portiere 15enne Cristian Esmerio, che era stato convocato per giocare nella nazionale giovanile brasiliana, ed era considerato una giovane promessa del calcio brasiliano.

Un responsabile della Protezione civile ha rivelato alla stampa che il locale dove dormivano i ragazzi non disponeva di regolare licenza e poteva essere usato solo come parcheggio e la Procura di Rio ha già aperto un’inchiesta e disposto il blocco dei beni del Flamengo, per garantire che le famiglie delle vittime potranno essere indennizzate. Il vice governatore di Rio, Caio Castro, ha detto alla stampa che potrebbe essere “stato l’impianto dell’aria condizionata” a causare l’incendio, ma ha avvertito che per “individuare le cause per cui l’apparecchio ha preso fuoco” bisognerà aspettare i risultati dell’inchiesta.

La tragedia poteva essere ancora peggiore: secondo i familiari dei giovani calciatori un allenamento previsto era stato cancellato e i giovani che vivono a Rio erano tornati a dormire a casa. Solo gli atleti fuori sede si trovavano nei dormitori che hanno preso fuoco. La stessa struttura che è stata distrutta dall’incendio doveva essere chiusa fra pochi giorni, completando così una megariforma di ammodernamento del “Ninho do Urubu” che ha trasformato il centro di allenamento del Flamengo in uno dei migliori in America Latina e nel mondo.

La notizia della tragedia del Flamengo ha sconvolto l’opinione pubblica brasiliana, e in particolare quella degli abitanti di Rio, dove negli ultimi giorni un violento temporale ha causato la morte di 6 persone e la violenza criminale sembra ormai completamente fuori controllo: 13 persone sono morte solo oggi in scontri fra polizia e narcos in due favelas della città.

Gruppi di tifosi del Flamengo si sono riuniti per pregare e dare sostegno alle famiglie delle vittime davanti al luogo del disastro, e molte piccole squadre calcistiche – le stesse che inviavano le loro giovani promesse al mitico “Ninho do Urubu” – hanno manifestato la loro solidarietà.

Dal suo letto di ospedale il presidente Jair Bolsonaro si è detto “sconvolto” dalla tragedia e dalla “morte di giovani che avevano iniziato il loro cammino verso la realizzazione dei loro sogni professionali” e ha espresso la sua “solidarietà per il dolore dei familiari in questo momento di lutto”. L’intero mondo del calcio mondiale ha espresso cordoglio: da Leonardo a Zico, da Messi a Ronaldo e Paquetà.

(di Javier Fernandez/ANSA)