World Cancer Day all’insegna della lotta alle fake news

Il manifesto del World Cancer Day.
Il manifesto del World Cancer Day.

ROMA. – Il tumore della cervice è uno dei ‘big killer’ delle donne, ma è anche uno dei pochissimi per cui è disponibile un vaccino, anche se fake news e notizie allarmistiche sull’immunizzazione per l’Hpv, il virus che lo provoca, stanno rendendo difficile sconfiggerlo. A sottolinearlo sono l’Oms e la Iarc, l’agenzia che si occupa della ricerca sul cancro, che al tema hanno dedicato l’edizione 2019 del World Cancer Day, che si celebra oggi.

Questo tumore, continua l’agenzia, è il quarto più frequente nelle donne, e fa circa 570mila nuovi casi l’anno e 370mila morti, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Una gran parte delle vittime potrebbe essere evitata con gli screening, mentre un alto tasso di vaccinazione contro l’Hpv fa abbassare drasticamente i nuovi casi, come avvenuto ad esempio in Australia.

“Voci infondate sui vaccini per l’Hpv continuano a ritardare o impedire l’aumento delle vaccinazioni – afferma in un comunicato Elisabete Weiderpass, che dirige l’agenzia -. La Iarc è impegnata nella lotta al tumore cervicale, e conferma decisamente l’efficacia e la sicurezza dell’immunizzazione contro l’Hpv”.

Il Gavi, l’alleanza globale per i vaccini, ha chiesto un maggiore sostegno per vaccinare 40 milioni di ragazze nei paesi a basso reddito entro il 2020, una campagna che salverebbe 900mila vite. In generale, avverte l’Oms, il cancro è la seconda causa di morte nel mondo, con 9,6 milioni di vittime nel 2018. Circa un terzo delle morti è dovuta a 5 fattori di rischio comportamentali: l’obesità, il basso consumo di frutta e verdura, l’alcol, il fumo e la mancanza di attività fisica.

Cresce il numero di persone che si ammalano di tumore nel mondo: sono state 18 milioni lo scorso anno, e si stima diventeranno oltre 26 milioni entro il 2030. Solo in Italia nel 2018 sono stati diagnosticati oltre 373.000 nuovi casi di tumore, più di mille al giorno.

Dei 18 milioni di nuovi tumori diagnosticati ogni anno, ricorda la Union for International Cancer Control (UICC), organizzazione attiva in 170 paesi, almeno cinque potrebbero essere trovati prima e di conseguenza curati meglio, e questo vale sia per i paesi ricchi che per quelli in via di sviluppo. Negli Usa ad esempio il tasso di sopravvivenza a cinque anni per il tumore della cervice in stadio avanzato è appena del 15%, mentre è del 93% se diagnosticato precocemente, gli stessi tassi identificati da uno studio fatto recentemente nell’India rurale.

“La prevenzione è ancora la migliore cura, eppure nonostante uno stile di vita sano, ci si può ammalare, e la probabilità aumenta con l’età, quando il corpo è meno efficiente a correggere gli errori dei geni – sottolinea anche la Società Italiana di Farmacologia, che per l’occasione ha messo a punto un ‘decalogo’ che risponde ai dubbi principali sull’uso dei farmaci -. I farmaci rappresentano quindi un’arma fondamentale. Spesso accusati di essere poco efficaci e di provocare devastanti effetti collaterali, i farmaci antitumorali intanto evolvono. Migliorano, grazie alle nuove conoscenze della genetica”.