Conte: “2019 sarà bellissimo, ripresa incredibile”. Confindustria vede nero

L'intervento del presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel corso della cerimonia dell'inaugurazione dell'Anno Accademico 2018-2019 della Università Cattolica del sacro Cuore a Roma
L'intervento del presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel corso della cerimonia dell'inaugurazione dell'Anno Accademico 2018-2019 della Università Cattolica del sacro Cuore a Roma, 31 gennaio 2019. ANSA/FILIPPO ATTILI UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI

ROMA. – Confindustria vede nero. L’indice manifatturiero crolla ai minimi da 5 anni. E lo spread schizza fino a 260 punti base. All’indomani della gelata del Pil, che ha riportato l’Italia in recessione tecnica, continuano i segnali negativi per l’economia. Il governo si affanna a lanciare messaggi rassicuranti perché, è il leit motive, gli effetti della manovra si cominceranno a vedere nei prossimi mesi. Si tratta di un “programma incredibile di ripresa” assicura il premier Giuseppe Conte che, a differenza degli industriali, vede un 2019 “bellissimo”.

Già dopo i dati Istat il mondo produttivo aveva lanciato l’allarme chiedendo all’esecutivo di sbloccare le opere. E ora è il Centro studi di Confindustria a certificare che il Paese ha perso “colpi” alla fine dello scorso anno, e “ipotecando” il 2019 che, bene che vada, potrà registrare una crescita “poco sopra lo zero”.

La manovra gialloverde, ricorda il Csc, avrà un impatto ridotto sulla crescita, appena lo 0,4%, mentre lo scenario di inizio anno presenta una produzione “quasi piatta” e un Pmi, l’indice di attività del settore manufatturiero, caduto “molto sotto soglia 50”, lo spartiacque tra contrazione ed espansione, attestandosi a 47,8 punti a gennaio, il livello più basso dal 2013. E non vanno molto meglio i servizi, mentre vacilla anche il comparto auto, che ha segnato a gennaio una flessione del 7,5% (Fca -21,6%).

Numeri che hanno prodotto immediatamente un rialzo del differenziale tra i titoli di Stato italiani e il Bund tedesco, che ha toccato i massimi da metà gennaio, con i rendimenti risaliti al 2,74%. “Non c’è motivo di perdere la fiducia”, continua a dire il premier, ricordando che “il futuro dell’Italia lo stiamo creando adesso”, grazie a “una manovra espansiva” che dispiegherà i suoi effetti non appena diventeranno operative le misure di bandiera, non solo reddito di cittadinanza e quota 100 per la pensione, ma anche il maxi-piano per il dissesto idrogeologico, rilanciato per la metà di febbraio, e lo sblocco delle opere pubbliche che arriverà con un “Patto per i cantieri che sblocchi e velocizzi la realizzazione delle infrastrutture in Italia”.

Proprio le infrastrutture sono uno dei ‘pezzi forti’ che il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, è andato a proporre agli investitori americani, incontrati in una visita ufficiale negli Stati Uniti che si conclude oggi. Non ci sono solo Bot e Btp, ha sottolineato il ministro, invitando i potenziali interessati a guardare anche alle privatizzazioni, non solo immobiliari, che il sono “in rampa di lancio” (un maxi-piano da 19 miliardi).

Anche il titolare di via XX Settembre sparge ottimismo, perché, sottolinea “ci sono tutte le condizioni per la ripresa” ed “essere pessimisti” non sarebbe “una forma di realismo ma sabotaggio”. Tria “tende” comunque ad escludere la necessità di una manovra correttiva, pur ammettendo che ad aprile probabilmente bisognerà rivedere le stime, che ora vedono il Pil salire dell’1%.

E anche tutta la maggioranza continua, almeno ufficialmente, a respingere l’ipotesi di una manovra bis perlomeno prima delle elezioni europee. Ma nei ministeri continua il tam-tam di nuovi tagli in arrivo. E ci si comincia ad attrezzare.

(di Silvia Gasparetto/ANSA)