Corruzione: l’Italia migliora ma non merita la sufficienza

Uomo con una valigetta. Corruzione
Uomo con una valigetta.

ROMA. – L’Italia si sta avvicinando alla sufficienza, ma non la merita ancora: nell’Indice di Percezione della Corruzione pubblicato ogni anno da Transparency International guadagna una posizione rispetto allo scorso anno e si piazza al 53esimo posto nel mondo su 180 Paesi, con un punteggio di 52 su 100. Due provvedimenti hanno determinato una svolta negli ultimi anni e l’hanno scalzata da un triste primato in Europa. In primo luogo l’introduzione della legge Severino nel 2012: da allora sono state scalate 19 posizioni. E, due anni più tardi, l’istituzione dell’Autorità Nazionale Anticorruzione.

Anche per questo, il fatto che la reputazione dell’Italia migliori è un risultato che il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, rivendica, mettendo però in guardia dal compiere passi indietro: “Il vero problema è il pendolo che quasi sempre caratterizza la nostra legislazione. Ci sono mentalità che purtroppo persistono e che abbiamo già visto all’opera, e che dopo Mani Pulite hanno smontato la legislazione”.

Non succederà, garantisce il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede: “Continueremo a lavorare – sono le sue parole affidate a un post -, l’Italia deve essere leader nel mondo nella lotta alla corruzione: il cambiamento passa anche da qui”. Nella classifica di Transparency, il nostro Paese figura a pari merito con Oman e Grenada; in Europa è ancora agli ultimi posti, davanti a Slovacchia, Croazia, Romania, Ungheria, Grecia e Bulgaria.

“Ci stiamo avvicinando alla sufficienza”, dice Virginio Carnevali, presidente di Transparency International Italia, anche se restiamo “un Paese corrotto e la sufficienza piena non la meritiamo”. Ora, osserva l’organizzazione, c’è un pacchetto importante in materia di anticorruzione, ma manca ancora una regolamentazione su lobbying e conflitto d’interessi.

“Ogni tanto leggendo i giornali sembra che il problema non sia la corruzione ma l’anticorruzione: se nel Paese si avvalora l’idea che negli appalti bisogna avere le mani libere allora l’anticorruzione è un limite”, ha osservato Cantone, che giudica pericolosa la nuova norma sugli affidamenti diretti per appalti fino a 150mila euro. E la legge cosiddetta ‘spazzacorrotti’, approvata un mese fa, “è un passo in avanti rilevante. Si è messo mano al tema del finanziamento alle associazioni e alle fondazioni” ma “qualcos’altro andrà fatto”.

Da questo punto di vista una rassicurazione a Cantone è arrivata dalla presidente della Commissione Giustizia della Camera, Giulia Sarti: “La legge non è stata per questa maggioranza un punto di arrivo, ma di inizio. Avremo un occhio particolare sotto l’aspetto della prevenzione e del potenziamento dell’attività dell’Anac. Altro fronte di interesse sarà quello dei finanziamento ai partiti”.

(di Melania Di Giacomo/ANSA)

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