Congresso Pd, Zingaretti é in testa dopo la prima fase

Matteo Renzi con una mano sulla spalla di Nicola Zingaretti
Nicola Zingaretti e Matteo Renzi in una foto d'archivio

ROMA. – Nicola Zingaretti dopo le ‘semifinali’ é in testa per la corsa alla segreteria del Pd, ma nel partito si litiga sui dati del voto degli iscritti nei circoli, non ancora ufficiali. Potrebbero essere resi noti solo domenica alla Convenzione nazionale, appuntamento che sarà il preludio di una ‘finale’ a tre – Zingaretti, Martina, Giachetti – il 3 marzo nelle primarie aperte, precedute da un mese caldo di campagna.

Il governatore del Lazio chiude la prima fase del congresso intorno al 50 per cento: appena sotto secondo il suo staff, ben al di sotto secondo l’entourage del principale rivale, Martina, a sua volta accreditato del 35-36%. Terzo Giachetti, oltre il 12%, entrato in corsa per ultimo ma che ora potrebbe divenire decisivo. “L’area riformista é ancora maggioranza”, commenta un renziano.

Escono dalla corsa Francesco Boccia, staccato di diversi punti da Giachetti, e i giovani outsider Dario Corallo (31 anni) e Maria Saladino (36), con percentuali molto più esigue. La Commissione congresso, riunitasi al Nazareno a Roma, in serata non é ancora uscita dalla sede nazionale Pd con dei dati definitivi.

Alcune regioni non avevano ancora comunicato i numeri dell’affluenza e in Sicilia in particolare “é il caos”, commenta qualcuno. Sia Zingaretti che Martina rivendicano infatti la vittoria nell’isola. I votanti sarebbero tra i 166 mila e i 175 mila – a seconda delle fonti -, ma l’incertezza dà il senso di un partito in ambasce. E in cui fioccano i ricorsi.

Intanto si pensa già a posizionarsi e dalla guerra dei numeri si passa a quella psicologica. Dalla mozione Martina si sottolinea che Zingaretti col 47% resta ben al di qua del 50, soglia oltre la quale il 3 marzo alle primarie verrebbe eletto segretario senza andare in Assemblea. Lo staff del governatore fa sapere che il risultato é molto positivo e che sfiorando il 50% senza raggiungerlo (49,1%) i simpatizzanti saranno motivati a votare a marzo. Compresi possibili delusi M5S e militanti LeU.

“Gli altri due candidati, insieme, sono vicini al 50%”, notano fonti vicine a Martina, anche se un appoggio di Giachetti per ora pare escluso. “Basta polemiche e divisioni sui dati – afferma Zingaretti -. Aspettiamo quelli ufficiali. Sono molto contento del risultato ottenuto sulla mia proposta politica, ben oltre ogni più ottimistica aspettativa, e soprattutto dal sostegno e dalla mobilitazione registrati in tutte le regioni d’Italia. Ha ragione Martina – conclude -: comunque la partita è aperta. Per cambiare completamente il partito il 3 marzo tutti a votare”.

“Le primarie sono apertissime – assicura Martina -, nulla è ancora deciso nonostante qualcuno accrediti un finale già scritto”. Il Pd si avvia al rush finale del lunghissimo congresso mentre si orienta a votare a favore del processo a Matteo Salvini per la vicenda della nave Diciotti. Abbandonando il garantismo degli ultimi anni e cercando i consensi perduti.

Un sondaggio, intanto, colloca la lista unica proposta da Carlo Calenda per le europee, con il Pd perno, sopra il 20 per cento.

(di Luca Laviola/ANSA)

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