Mezz’ora a pasto e consegne a casa, il cibo va di fretta

App dal cellulare per la consegna di hamburger. Pasto
App dal cellulare per la consegna di hamburger

ROMA. – Perennemente di corsa: per andare al lavoro, riprendere i figli da scuola, ed anche quando arriva il momento di pranzare o cenare. Proprio il tempo è il ‘bene’ che scarseggia di più nella vita degli italiani, anche a tavola: solo 37 minuti sono dedicati ogni giorno alla cucina, e 29 minuti sono quelli che ci si concede in media per consumare i pasti, mentre spopola sempre di più il food-delivery, ovvero il cibo acquistato su piattaforme web e consegnato a casa, scelto da oltre un italiano su tre.

E’ questa l’istantanea del legame tra italiani e cibo scattata dal Rapporto Ristorazione 2018 sugli stili alimentari, presentato oggi dalla Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe), alla presenza del ministro della Salute, Giulia Grillo. Ma se da un lato la relazione con il cibo cambia e si adatta ai tempi ed ai ritmi moderni – con ben 13 milioni di italiani che nel 2018 hanno mangiato fuori casa (36%) -, dall’altro si fa strada anche una sempre maggiore consapevolezza di quanto l’alimentazione sia cruciale per la buona salute: così il 97% degli italiani dichiara che la salute dipende da ciò che si mangia ed il 71% si informa su qualità e provenienza dei prodotti utilizzati.

Inoltre, è calato il consumo di sale, anche tra i giovani, e quello di carne rossa (dal 73% del 2005 al 59% del 2018), mentre sale il consumo di pesce e verdura, ma non di frutta. Pane e pasta, poi, sono spariti dalla dieta quotidiana dell’8,3% della popolazione, e tra i bambini si consuma meno latte (dall’81% del 2005 al 71% del 2018). In questo quadro, resta il problema dell’obesità, che riguarda l’11% degli italiani, mentre è in sovrappeso il 36%, una tendenza legata però anche a titolo di studio e professione.

Cambiano pure le priorità dei pasti, con la cena che è diventato il pasto principale della giornata anche per i bambini. Mettersi a tavola resta comunque sempre un momento di relax per il 44% e non si rompe il legame con la tradizione: il 75% conosce ricette e piatti tradizionali. La crisi, ad ogni modo, sembra continuare a pesare, se ben il 47% ed il 45% dichiarano rispettivamente di acquistare ‘qualche volta’ o ‘spesso’ del cibo solo sulla base del costo minore.

Ma dal Rapporto emerge anche la crescente tendenza ad evitare sprechi, con il 50,1% degli italiani che preferisce acquistare il cibo necessario giorno per giorno, anche se solo il 20% ha l’abitudine di riportare a casa i resti dei piatti ordinati al ristorante. E proprio sulla lotta anti-sprechi ha richiamato l’attenzione Giulia Grillo: “Mi piacerebbe – ha detto – che i pubblici esercizi fossero ancora più attivi sul fronte della lotta agli sprechi alimentari; solo il 20% degli italiani, ad esempio, riporta a casa il cibo non consumato al ristorante, ma è anche vero che non tutti gli esercizi commerciali lo permettono, così come non sempre forniscono su richiesta le mezze porzioni”.

Il cambiamento degli stili di vita, ha inoltre sottolineato Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe, “sta modificando la relazione con il cibo, imponendo alle nostre imprese un supplemento di responsabilità per garantire qualità, sicurezza alimentare e salute”.

Il recente protocollo d’intesa tra Fipe e ministero della Salute lo testimonia: “Una collaborazione – conclude Stoppani – per fornire al pubblico informazioni sempre più puntuali per promuovere corretti stili di vita, contrastare obesità e abuso di alcol, e per gestire meglio il crescente fenomeno delle allergie e delle intolleranze alimentari”.

(di Manuela Correra/ANSA)

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