Il Quirinale blocca il Decreto legge sulle semplificazioni

La sagoma di un corazziere in controluce sullo sfondo il palazzo del Quirinale. Mattarella
Un corazziere nel cortile del Quirinale. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

ROMA. – Arriva lo stop del Quirinale sul dl semplificazioni, lievitato a dismisura nel passaggio al Senato e diventato un omnibus più simile ad una manovra che a un decreto urgente. I dubbi del Colle sull’estrema eterogeneità degli argomenti trattati negli emendamenti approvati dalle Commissioni Affari costituzionali e Lavori pubblici di Palazzo Madama hanno frenato l’iter del provvedimento, facendogli letteralmente perdere i pezzi.

Niente stretta anti-Xylella dunque, criticata aspramente da Beppe Grillo per il ricorso – in caso di mancato rispetto delle norme sulla distruzione degli ulivi infetti – anche alla pena carceraria. Niente ampliamento degli sconti per la scatola nera in nome di una rc auto che il Movimento 5 Stelle vorrebbe più “equa”, soprattutto al Sud.

Niente novità per i docenti di nuovo incarico, per le farmacie in mano alle società di capitali (soprattutto estere) e nemmeno per i Caf, che si volevano in qualche modo facilitare in vista dei nuovi incarichi legati al reddito di cittadinanza.

Restano in vita invece alcune delle norme su cui la maggioranza ha finora puntato di più: innanzitutto la moratoria sulle trivelle, su cui un accordo è stato faticosamente raggiunto solo dopo un lungo tira e molla interno al governo gialloverde. Ma anche la regionalizzazione delle concessioni idroelettriche, sponsorizzata dalla Lega a favore delle Regioni del Nord, il ripristino pieno dei fondi Imu-Tasi per i Comuni e le nuove norme sugli Ncc, nonostante l’aspra protesta dei conducenti, riuniti sotto Palazzo Madama in un lungo pomeriggio non privo di tensioni con le forze di Polizia, che alla fine della giornata hanno registrato sei agenti feriti, due dei quali colpiti dallo scoppio di un grosso petardo.

In tutto la presidenza del Senato, a cui è toccato il vaglio delle ammissibilità, ha fatto saltare dopo l’input del Quirinale, circa 60 emendamenti, più o meno due terzi di quelli approvati nelle Commissioni, snellendo ad appena una ventina le modifiche a questo punto apportate al testo.

Tra tutte, viene confermato il congelamento dell’aumento dell’Ires sul no profit. Come auspicato anche in questo caso dal capo dello Stato, intervenuto nel discorso di fine anno contro “la tassa della bontà”, sarà bloccato il passaggio dell’imposta al 24% deciso in manovra e sarà mantenuta, almeno temporaneamente, l’agevolazione al 12%. Il via libera è arrivato anche ai fondi a favore delle famiglie delle vittime di Rigopiano, così come all’estensione dell’obbligo di etichettatura su tutti i prodotti alimentari made in Italy.

Andranno invece riconsiderate, e probabilmente inserite in altri provvedimenti, le norme di modifica per quanto parziali del codice degli appalti, la proroga della sospensione delle tasse per le famiglie e le imprese colpite dal crollo del Ponte Morandi di Genova, oltre alle modifiche della web tax. Così come disegnata in manovra, la nuova imposta sui servizi digitali colpisce infatti anche imprese e società attive sul web ma che nulla hanno a che fare con i colossi dell’online che non pagano le tasse in Italia, come per esempio Borsa Italiana che si puntava appunto ad escludere con l’emendamento presentato in Commissione.

(di Mila Onder/ANSA)