Prezzi: nel 2018 per le famiglie rincari fino a 632 euro

Un mercato rionale in un'immagine d'archivio.
Un mercato rionale in un'immagine d'archivio. ANSA / STRINGER

ROMA. – Anche se nel 2018 l’inflazione media è rimasta allo stesso livello del 2017, con un tasso dell’1,2%, per le famiglie il costo della vita è aumentato in media di 285 euro e una stangata ancora più pesante ha colpito il Nord-Est (315 euro). Un’analisi dell’Unione nazionale consumatori sui dati Istat dà, ancora una volta, a Bolzano la palma di città più cara d’Italia. Con un tasso di inflazione dell’1,6% qui i rincari hanno raggiunto 632 euro.

Le differenze tra una città e l’altra sono molto ampie, nei prezzi come in molti altri aspetti, al punto che a Potenza, gli aumenti sono stati dieci volte inferiori a quelli della città altoatesina: 63 euro, grazie al tasso di inflazione più basso d’Italia (0,3%). E anche ad Ancora e a Catalnissetta, i rincari sono rimasti molto sotto alla media (87 e 117 euro). Tra le città più care, dopo Bolzano, si posiziona Reggio Emilia, con un incremento dei prezzi dell’1,8% e una spesa annua supplementare di 505 euro; al terzo posto Forlì/Cesena, dove l’inflazione dell’1,7% implica un’impennata del costo della vita di 477 euro. Seguono Lecco (472 euro), Ravenna (449 euro), Lodi (444 euro), Pistoia (429 euro), Arezzo (403 euro), Cuneo e Bologna (395 euro per entrambe).

“Per le famiglie si tratta di rincari che hanno peggiorato pesantemente la loro condizione, dato che gli stipendi e le pensioni non sono certo aumentati quanto il costo della vita”, commenta il presidente dell’Unc, Massimiliano Dona, che avverte: “Finché tutto aumenta tranne quanto le famiglie percepiscono, è chiaro che i consumi resteranno al palo ed il Pil non potrà salire in modo significativo”.

A conferma di questo, il 2018 è stato un anno da dimenticare per gli esercizi commerciali. Le vendite negli esercizi commerciali – web incluso -, secondo una simulazione condotta dal Cer per Confesercenti, si sono ridotte di oltre 1 miliardo di euro, segnando la prima flessione tendenziale in quattro anni. E lo scenario rimane difficile pure nel 2019, anche se misure espansive come il reddito di cittadinanza potrebbero arrestare il declino.

Ma se nel 2020 dovessero scattare i maxi-aumenti Iva previsti dalle clausole di salvaguardia, si rischia una riduzione di 10 miliardi della spesa delle famiglie. Consumi che già scontano un forte rallentamento: in questi 10 anni, la spesa mensile delle famiglie italiane è cresciuta appena del +3,4% (da una media di 2.480 euro a 2.563,94 euro) – evidenzia il Codacons rielaborando dati regionali Istat -, a fronte di un’inflazione cresciuta complessivamente del +15,8%.