Conte rilancia il sistema Italia, asse con gli Emirati sulla Libia

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in visita negli Emirati Arabi Uniti (Abu Dhabi) e nel Sultanato dell’Oman (Mascate).
Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in visita negli Emirati Arabi Uniti (Abu Dhabi) e nel Sultanato dell’Oman (Mascate). (Foto Ufficio Stampa Presidenza del Consiglio)

ROMA. – Il cane a sei zampe come grimaldello per rilanciare il sistema Italia nel Golfo. Il premier Giuseppe Conte, in una visita lampo negli Emirati Arabi Uniti, conclude la costruzione della forte partnership con Abu Dhabi alla quale aveva dato il “la” nella sua missione del novembre scorso. E sono gli accordi tra Eni e la compagnia emiratina Adnoc a fare da collante a un sodalizio che potrebbe avere ripercussioni anche nella politica estera ed energetica in Libia.

Gli Emirati, infatti, sostengono da tempo, insieme all’ Egitto, quel generale Khalifa Haftar al quale, dalla Conferenza di Palermo in poi, il governo giallo-verde si è avvicinato notevolmente, parallelamente all’indebolimento interno del capo del governo di unità nazionale libico Fayez al-Sarraj. In questo senso, Abu Dhabi potrebbe fare da ulteriore sponda, per l’Italia, ad una presenza più solida in Cirenaica e nel Fezzan.

Di certo, nell’area del Medio Oriente e Nord Africa, Abu Dhabi si schiera contro i Fratelli Musulmani assieme all’Arabia Saudita (e quindi contro il Qatar) rispetto alla quale, tuttavia, l’approccio degli emiri del Golfo è molto più pragmatico.

Ed è proprio nel nome del pragmatismo che  Conte e l’erede al trono Sayyid Fahd bin Mahmoud al Said hanno presenziato all’operazione più rilevante mai condotta in Eau da un investitore straniero in campo energetico (in cui è rientrata anche la compagnia austriaca, l’Omv), con la cessione a Eni del 20% della società di Adnoc Refining: da un lato, l’Italia spezza l’Opa franco-tedesca nel Golfo e, dall’altro, gli emiri fanno un passo avanti sulla raffinazione tecnologica e le rinnovabili.

Nel novembre scorso, in occasione della prima visita di Conte, Adnoc aveva peraltro ceduto a Eni il 25% della concessione di Ghasha, mega progetto offshore per la fornitura di gas, per la quale Abu Dhabi vuole ridurre al minimo la sua dipendenza dal Qatar. Per Conte, l’accordo con Adnoc è anche una occasione per ribadire, in chiave interna, la vocazione per le rinnovabili del suo governo.

“Eni sta contribuendo ad affermare nel mondo l’ eccellenza italiana in campo energetico, con attenzione particolare a tutti i processi che riducono la componente carbonica e con spiccata attenzione alla promozione di tecnologie low carbon e rinnovabili”, spiega il premier che, senza citare il nodo delle trivelle, sembra sposare la linea M5S nell’ultimo scontro con la Lega.

“Seguiamo con responsabilità e determinazione la strada delle energie rinnovabili nel solco tracciato anche da specifiche norme del decreto Semplificazioni”, spiega infatti Conte. Nel frattempo, il premier prova a rilanciare l’export in un Paese amico come quello emiratino e dove, nel 2020, avrà luogo l’Expo. “Sarà un’importante occasione per le imprese italiane di ulteriore consolidamento della loro presenza nella regione”, sottolinea Conte che, dopo Abu Dhabi, è volato a Mascate per incontrare Sayyid Fahd bin Mahmoud al Said, vicepremier di un Paese, l’Oman, che ha un ruolo di mediatore nella crisi yemenita e sul quale Eni punta da diverso tempo.

(di Michele Esposito/ANSA)

Lascia un commento