Sci: Paris domina la Streif, l’azzurro è il re della discesa

L'azzurro Dominik Paris vola nella discesa di Kitzbuehel.
L'azzurro Dominik Paris vola nella discesa di Kitzbuehel. EPA/ANTHONY ANEX

KITZBUEHEL (AUSTRIA). – Bisogna venire a Kitzbuehel, nel tempio dello sci, e vedere la Streif per capire l’enormità dell’impresa di Dominik Paris che per la terza volta ha vinto la discesa su questa pista. Sulla Streif – con i suoi passaggi che non a caso hanno nomi come Mausefalle, ‘trappola per topi’ – non c’è neppure bisogno di sciarci (pochissimi del resto ci riescono anche tra gli sciatori che si ritengono di buon livello) ma basta vederla dall’esterno sul budello gelato della partenza, o sul micidiale salto dello Steilhang oppure alla terribile diagonale in vista del traguardo, per capire che si tratta davvero della madre di tutte le piste.

Dopo aver fatto questo, non si può che provare una ammirazione sconfinata per il coraggio indomito di tutti quelli che sfidano la Streif. Ma per Paris l’ammirazione deve essere speciale ed assoluta perché ha vinto per l’ennesima volta, perché la pista era più che mai una lastra di ghiaccio che sotto gli sci lanciava rumori stridenti da brividi. E perché Domme era tra i vincitori annunciati ed aveva dunque addosso una pressione enorme, uno stato psicologico assolutamente non facile da gestire.

Per questa sua nuova vittoria – mentre nel 2015 vinse sulla Streif anche il superG – Paris ha scelto il pettorale 13, un numero che evidentemente porta fortuna visto che la sua prima vittoria a Kitzbuehel era stata propio nel 2013. La sua è stata una cavalcata travolgente, da batticuore in ogni passaggio, sempre al limite. Al momento al comando c’era il campione svizzero Beat Feuz, oro iridato in carica e vincente su tutte le piste ma ancora mai alla Streif. Beat avrebbe tanto voluto riuscirci questa volta: ma di mezzo, anzi davanti, ci si è messo Dominik Paris.

Nella emozionante gioco di luci rosse luci verdi, il cronometro al primo intermedio da l’azzurro in vantaggio di 17 centesimi: i passaggi più spettacolari. Ma al secondo è sotto di 16 ed al terzo di 17, segno che aveva appena passato la parte più ”pianeggiante” della Streif. Al quarto intermendio Paris ha però lo stesso tempo di Feuz con un bel ’00’. Al quinto passa di nuovo in vantaggio di cinque centesimi per andare sotto nuovamente di due centesimi al sesto. Al settimo intermedio per l’altoatesino c’è ancora un vantaggio di due centesimi, una inezia.

Siamo ormai all’attacco della terribile curva con salto della Haubergkante, con davanti la diagonale assolutamente centrifuga che porta al lunghissimo Schuss finale. E’ su questo passaggio – come del resto in occasione delle altre sue vittorie – che Paris ha costruito il suo nuovo successo, entrando leggenda di Kitz. Ha preso e tenuto senza paura – salto finale compreso – la linea di massima pendenza scaricando sul traguardo la sua voglia di vittoria, il suo coraggio, la sua tecnica e pure tutti i suoi cento chili: alla fine Feuz è battuto di 20 centesimi.

Per L’Italia sulla Streif hanno vinto anche Kristian Ghedina e l’altro altoatesino volante Peter Fill. Tutti e tre, come tradizione , hanno una cabina della funivia che porta il loro nome. Il trionfo azzurro di oggi poteva essere straordinario con il podio di Christof Innerhofer, L’altro jet azzurro senza paura, che è rimasto pero terzo sino all’arrivo a sorpresa dell’austriaco Otmar Striedinger, il più incredulo per la propria impresa.

Il bilancio italiano della prima giornata di Kiztbuehel è comunque eccellente se si considera anche l’ottimo decimo posto di Matteo Marsaglia che, con il pettorale 47, se solo avesse avuto sci un po’ più veloci filanti, poteva puntare ancora più in alto. Domani tocca allo slalom con annunciato tempo pessimo .

Domenica per gli uomini jet ci sarà il superG, altra grande opportunità per Paris & C. Poi toccherà alle gare mondiali di Aare a cui l’Italia ci va con ottime carte.

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