Brescia, Lodi e Monza le città più inquinate d’Italia

Automobili e biciclette su una strada cittadina
Automobili e biciclette su una strada cittadina. (ANSA)

ROMA. – Città italiane soffocate dallo smog e invase dalle auto private. Nel 2018 in 55 capoluoghi di provincia sono stati superati i limiti giornalieri per le polveri sottili o per l’ozono: Brescia maglia nera con il maggior numero di giornate fuorilegge, 150 giorni di cui 47 per il Pm10 e 103 per l’ozono, seguita da Lodi con 149 (78 per il Pm10 e 71 per l’ozono), Monza (140), Venezia (139), Alessandria (136), Milano (135), Torino (134), Padova (130), Bergamo e Cremona (127) e Rovigo (121).

I dati sono contenuti nel Dossier annuale di Legambiente “Mal’aria 2019” sull’inquinamento nelle città italiane. Secondo il rapporto “il 2018 è stato un anno da codice rosso”. La prima città fuori dalla Pianura Padana è Frosinone, con 116 giorni di superamento, seguita da Genova con 103 giorni, Avellino con 89 e Terni con 86. In 24 dei 55 capoluoghi – si legge nel Dossier – il limite è stato superato per entrambi i parametri, con la conseguenza diretta per i cittadini di aver respirato aria inquinata per 4 mesi nell’anno.

Nelle città italiane l’aria è irrespirabile sia d’inverno che d’estate. L’auto privata continua ad essere di gran lunga il mezzo più utilizzato: se ne contano 38 milioni, che soddisfano il 65,3% degli spostamenti. L’Italia è uno dei Paesi europei con il più alto tasso di motorizzazione, con una media di circa 65 auto ogni 100 abitanti. Valori enormi – commenta Legambiente – se confrontati con quelli di alcune capitali europee: a Parigi ci sono 36 auto per 100 abitanti come a Londra e a Berlino, a Barcellona 41, a Stoccolma e Vienna 38.

Negli ultimi anni il tasso di motorizzazione medio dei capoluoghi italiani ha mostrato addirittura un incremento, passando da 62,4 a 63,3 auto ogni 100 abitanti e risulta stabile o in aumento in tutte le città. Nonostante l’auto sia il mezzo più diffuso per gli spostamenti, una ricerca condotta da Isfort nel 2016 segnala come il 41,3% degli abitanti delle grandi città italiane vorrebbe muoversi di più coi mezzi pubblici mentre, parallelamente, il 32,2% auspica di poter stare meno tempo al volante.

A far crescere la voglia di scendere dall’auto è principalmente il tempo perso in coda negli ingorghi. “In Italia – spiega il Dg di Legambiente, Giorgio Zampetti – continua a pesare enormemente la mancanza di una strategia antismog. L’emergenza inquinamento è stata affrontata in maniera disomogenea ed estemporanea”. “Eppure, per uscire da questa emergenza gli strumenti ci sarebbero -, continua -: ogni città dovrebbe adottare dei Pums (Piani Urbani di Mobilità Sostenibile) ambiziosi.

Il Ministero dell’Ambiente dovrebbe guidare le città, supportando e verificando le scelte. Inoltre il governo dovrebbe finanziare i progetti utili e destinare più risorse per incentivare davvero la mobilità sostenibile”. Legambiente ricorda che ogni anno in Europa, stando ai dati dell’Agenzia Europea per l’ambiente, sono oltre 422 mila le morti premature per inquinamento, e l’Italia si colloca tra i Paesi europei peggiori, con più decessi in rapporto alla popolazione: più di 60.600 nel solo 2015.

(di Silvana Logozzo/ANSA)