Turchia espelle reporter olandese: “Legami terroristici”

Bandiere turche al vento. Turchia
Bandiere turche al vento.

ISTANBUL. – La reporter olandese Ans Boersma, corrispondente per il giornale economico Het Financieele Dagblad, è stata espulsa dalla Turchia dopo che le autorità di Ankara hanno ricevuto una segnalazione dall’intelligence di Amsterdam per sospetti “legami con un’organizzazione terroristica”. “L’Olanda ha detto alla Turchia che la reporter aveva legami con Jabhat al-Nusra” (gruppo qaedista), ha spiegato il Direttore dell’ufficio per la comunicazione della Presidenza turca, Fahrettin Altun, sostenendo di aver quindi preso “una misura precauzionale”.

La procura olandese ha confermato che la cronista è indagata, ma non per terrorismo, e ha ammesso di aver chiesto informazioni nei suoi riguardi alle autorità di Ankara, precisando però di non averne sollecitato l’espulsione. “Sei una minaccia per la sicurezza nazionale”: è questa l’unica motivazione, informale, data alla giornalista al momento del fermo.

Boersma aveva ricevuto da pochi giorni il permesso stampa, necessario per lavorare in Turchia, e si era recata all’ufficio per l’immigrazione di Bakirkoy a Istanbul per le pratiche ordinarie di rinnovo del permesso di soggiorno. Lì è stata trattenuta fino a sera, quando è stata trasferita in un centro di detenzione, senza che le fosse permesso di ricevere alcun effetto personale. Poi è stata fatta imbarcare all’aeroporto Ataturk su un volo per Amsterdam, con divieto di rientro nel Paese per 6 anni. Un provvedimento contro cui la cronista ha subito annunciato ricorso.

Il caso ha subito scatenato dure proteste. “Ans faceva il suo lavoro con sensibilità e responsabilità. Questa misura è una flagrante violazione della libertà di stampa”, ha accusato Jan Bonjer, direttore di Het Financieele Dagblad, per cui la reporter scriveva dalla Turchia dal 2017. Secondo la stessa Boersma, l’indagine a suo carico potrebbe essere scaturita da una passata relazione con un cittadino siriano, arrestato nei mesi scorsi in Olanda per supposti legami con l’organizzazione jihadista.

La vicenda riaccende i riflettori sulle limitazioni alla libertà di stampa in Turchia, dove secondo l’osservatorio P24 il numero dei giornalisti locali al momento detenuti è di almeno 162. Ma stavolta a suscitare polemiche è anche il coinvolgimento di un governo europeo, che ad Ankara ha affidato informazioni sensibili su una sua cittadina.

(di Cristoforo Spinella/ANSA)

Lascia un commento