Mattarella a Berlino: “Italia europeista ma Ue ora cambi”

Il presidente Sergio Mattarella stringe la mano del presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier.
Il presidente Sergio Mattarella stringe la mano del presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier. (Foto archivio Ufficio Stampa Quirinale)

BERLINO. – Un’Italia ancora saldamente europeista ma pericolosamente stufa dell’inerzia europea che, forte delle sue radici, orgogliosamente chiede un cambio di passo a Bruxelles. Certamente non per limitarne le competenze ma per migliorarle, per andare avanti sulla strada dell’integrazione e della solidarietà.

Sergio Mattarella è a Berlino dove avrà colloqui politici ai massimi livelli. Il presidente della Repubblica mai come in questa fase rappresenta all’estero un interlocutore da sondare per cogliere i veri umori del Paese sui dossier dell’Unione europea. Rappresenta infatti una cerniera di continuità tra il vecchio e nuovo modo di sentire e, soprattutto in Germania, il suo punto di vista sarà ascoltato con attenzione.

La Germania è infatti un “paese amico” con il quale l’Italia ha legami politici forti, addirittura vitali in campo economico. Basti pensare che l’interscambio tocca quota 120 miliardi di euro.

Sergio Mattarella incontrerà le tre più alte cariche dello Stato tedesco a conferma dell’importanza delle relazioni bilaterali. C’è comunque la necessità reciproca di superare alcune incomprensioni governative in nome di un rilancio dell’Unione europea. In sostanza il presidente intende riallacciare i fili di una riflessione che spinga l’Europa a non sottrarsi alle questioni di fondo, a scelte di tipo strategico che non sono più dilazionabili.

La missione del presidente della Repubblica a Berlino cade in una fase particolarmente delicata per il futuro dell’Europa: all’orizzonte ci sono le elezioni europee di maggio che possono capovolgere il quadro delle attuali alleanze.

Non a caso anche in Italia è già partita la campagna elettorale con Lega e Cinque stelle alla ricerca di una conferma del successo interno del 4 marzo scorso, con l’obiettivo di riuscire ad avere in tempi brevi una Commissione europea più in sintonia con il “credo” popul-sovranista del governo.

Il presidente Mattarella, che sarà accompagnato dal ministro degli Esteri Enzo Milanese Moavero, incontrerà venerdì in rapida successione il presidente Frank-Walter Steinmeier, la cancelliera Angela Merkel e il presidente del Bundestag Wolfgang Schauble.

Al centro dei colloqui ci sarà quindi l’Europa, anzi il vuoto di iniziative europee. Il presidente Mattarella insisterà sulla necessità che l’Unione non si sottragga alle questioni di fondo, scuotendosi così da una sorta di letargo d’iniziative. Per l’Italia non è più dilazionabile un intervento a tutto tondo anche per rispondere ad una delle minacce più pesanti che gravano sull’Europa: la politica dei dazi americana. Bisogna dare risposte alla contrazione del commercio internazionale che si sta profilando. Anche perché le interconnessioni tra due potenze manifatturiere come la Germania e l’Italia non permettono ricette unilaterali.

Politiche comuni per reagire alle restrizioni doganali, un approfondimento dell’Unione monetaria e bancaria e, naturalmente, anche il tema caldo della solidarietà europea sui migranti. Tanta carne al fuoco per una visita che cade a pochi giorni dal vertice di Aquisgrana dove Angela Merkel e Emmanuel Macron rinsalderanno il tradizionale asse franco-tedesco attraverso un nuovo Trattato di cooperazione ed integrazione.

E mai come in queste ore i rapporti tra Roma e Parigi sono freddi. Sergio Mattarella per adesso inizia dalla Germania, consapevole che l’Italia, Paese fondatore dell’Unione, può essere dietro le locomotive d’Europa ma non staccare il vagone.

(Dell’inviato Fabrizio Finzi/ANSA)

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