Kim di nuovo in Cina, verso un altro summit con Trump

Alcune persone guardano lo schermo tv dove si trasmette l'incontro di Kim con Xi. Corea
Alcune persone guardano lo schermo tv dove si trasmette l'incontro di Kim con Xi.

PECHINO. – Il leader nordcoreano Kim Jong-un è in missione per la quarta volta in Cina su invito del presidente cinese Xi Jinping, rendendo di fatto imminente il secondo summit con il presidente americano Donald Trump malgrado lo stallo negoziale sulla denuclearizzazione della penisola coreana. Anzi, la consultazione della Cina prima di un faccia a faccia tra i leader di Pyongyang e Washington “sta diventando una sorta di tradizione”, ha notato il Global Times. Il 2019, secondo il tabloid nato da una costola del Quotidiano del Popolo, voce del Pcc, potrebbe essere per la Corea del Nord addirittura quello che il 1979 è stato per la Cina quanto alla stabilizzazione delle relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti.

La missione di 4 giorni, ufficializzata dall’agenzia Nuova Cina, ha visto Kim partire lunedì pomeriggio da Pyongyang con la first lady Ri Sol-ju e con funzionari di vertice come Kim Yong-chol (a capo dei negoziati con gli Usa) e il ministro degli Esteri Ri Yong-ho, ha rilevato l’agenzia nordcoreana Kcna. La delegazione è arrivata in tarda mattinata a Pechino, nel giorno ritenuto essere quello del 35esimo compleanno del ‘comandante supremo’. Nel 2014, recatosi a Pyongyang, l’ex star Nba Dennis Rodman cantò un happy birthday al padrone di casa.

Lunedì, in tarda serata, la Yonhap ha parlato di un treno del Nord che aveva superato il confine a Dandong, ipotizzando la presenza di Kim. Un’ipotesi corroborata dalle indiscrezioni dei molteplici incontri ad Hanoi tra funzionari Usa e del Nord dedicati proprio al secondo faccia a faccia tra Kim e Trump, dopo quello storico del 12 giugno a Singapore. Il Vietnam, che nelle scorse settimane ha offerto la sua disponibilità a ospitare l’evento, vanta relazioni diplomatiche con Usa e Corea del Nord ed è il simbolo di un Paese comunista che ha riformato la sua economia.

Durante il soggiorno, è ragionevole che Kim provi a rafforzare il sostegno della Cina, principale alleato economico e politico, nell’approccio negoziale con Trump, utile anche per Pechino che potrebbe farlo pesare, secondo alcuni analisti, nel dossier sul commercio con gli Usa.

Kim è giunto a Pechino quando le delegazioni ministeriali di Cina e Usa erano impegnate a risolvere la guerra commerciale: il portavoce del ministero degli Esteri Lu Kang ha però affermato che i due eventi diplomatici nello stesso giorno “non erano intenzionali”. Dopo l’arrivo alla stazione Nord di Pechino del treno verde blindato usato dalla leadership nordcoreana, un lungo corteo di auto si è diretto verso la Diaoyutai State Guesthouse, dove sono ospitati i dignitari stranieri in visita.

Nel suo discorso di Capodanno, Kim ha ribadito la volontà di bloccare la produzione di armi nucleari e di incontrare Trump in ogni momento, minacciando però un cambio di rotta di fronte al mantenimento delle sanzioni contro il Nord. A Singapore, le parti siglarono la dichiarazione congiunta che prevedeva, a fronte di un impegno sulla sicurezza a favore del Nord, la “completa denuclerizzazione” della penisola.

Da allora, i negoziati si sono arenati tra Washington che voleva l’irreversibilità della denuclearizzazione e Pyongyang che spingeva per l’allentamento delle sanzioni. Domenica Trump ha ammesso che c’erano discussioni con Kim con cui lui stesso aveva parlato “indirettamente”. Puntando al nuovo summit.

(di Antonio Fatiguso/ANSA)

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