Botte e insulti a bimbi asilo, arrestate tre maestre

Asilo nido.
Asilo nido

ROMA. – Le telecamere le hanno immortalate mentre strattonavano, insultavano o picchiavano i bambini dando schiaffi in testa. Per questo tre maestre e una bidella, di un asilo alle porte di Roma, si trovano ora agli arresti domiciliari accusate di “sopraffazione sistematica” su bimbi dai 3 ed i 5 anni. Le indagini della Procura di Velletri sono partite dalla segnalazione ai carabinieri di alcuni genitori insospettiti dai racconti dei figli e anche dalla presenza di piccoli lividi sui bimbi.

I carabinieri con intercettazioni e riprese video hanno potuto accertare diversi episodi di maltrattamenti e al termine delle indagini hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti delle insegnanti e della bidella. Nei video si vedono le maestre al bidella tirare per i vestiti i piccoli alunni, spintonarli violentemente o metterli seduti a forza.

L’arresto delle quattro donne, tra i 55 e i 65 anni, riporta ancora una volta all’attenzione dell’agenda politica la necessità di installare le telecamere nei luoghi pubblici che ospitano le categorie più fragili, come bambini, portatori di handicap ed anziani, incapaci di difendersi.

Il ministro dell’interno Matteo Salvini promette per il 2019 di “approvare la legge che permette di accendere le telecamere negli asili e nelle case di riposo, per difendere bimbi e anziani dalle violenze di (pochi) balordi”. Proprio oggi in Commissione Affari Costituzionali del Senato è ripresa la discussione sulla proposta di legge di Gabriella Giammanco (Fi) per introdurre la videosorveglianza negli asili nido e nelle strutture socio-assistenziali per disabili ed è stato deciso “di aprire una fase di audizioni per approfondire la questione ed, eventualmente, proporre correzioni al testo”.

Secondo Giammanco, l’attuale testo “non obbliga le strutture pubbliche a installare le videocamere ma concede loro solo la libera facoltà di poterlo fare” e “prevede un meccanismo, lungo e farraginoso, di autorizzazioni, in primis da parte dei sindacati, in mancanza delle quali l’installazione di tali sistemi non sarà possibile”. Sulla stessa posizione la collega di partito Licia Ronzulli, presidente della Commissione bicamerale per l’infanzia e l’adolescenza: “Se dalla Commissione Affari costituzionali non dovesse uscire una legge più efficace – sottolinea – avremmo preso in giro, ancora una volta, le famiglie italiane”.

Infine il Moige annuncia che si costituirà parte civile nel processo che vede imputate le tre maestre e la bidella e torna a chiedere “l’installazione di telecamere di sorveglianza in tutte le strutture che entrano in contatto con i minori o i disabili”.

(di Emanuela De Crescenzo/ANSA)