Manovra, sindacati delusi: “Chiare incongruenze, mobilitazione”

Bandiere dei sindacati durante una manifestazione di protesta.
Bandiere dei sindacati durante una manifestazione di protesta.

ROMA. – I sindacati confermano la loro delusione per il contenuto della Manovra e del decreto che disciplina i due istituti bandiera del governo giallo-verde: Reddito di cittadinanza e Quota 100. E mantengono la promessa di scendere in piazza contro la Manovra. A riparlare di “mobilitazione inevitabile” è il segretario generale della Cisl Annamaria Furlan in un’intervista ad “Avvenire”. Ma anche il segretario della Cgil Susanna Camusso e quello della Uil Carmelo Barbagallo non risparmiano critiche, tanto più che il Governo non ha discusso queste misure con i sindacati.

“Il silenzio assordante del Governo non ci fa pensare a nulla di buono. Crescita, fisco, lavoro, Mezzogiorno: non possiamo più accettare silenzi. Serve lucidità” attacca Furlan mentre Susanna Camusso dalle pagine di La Repubblica parla di incongruenze “che gridano vendetta”. Per la Uil il decreto che disciplina Quota 100 e il reddito di cittadinanza è pieno di incongruenze e lacune. Mentre il segretario generale Barbagallo evidenziava, in sintonia con Confindustria, che il reddito di cittadinanza “rischia di favorire chi lavora in nero” e di non creare lavoro se non quello di chi sarà assunto dagli uffici per l’impiego.

E’ anche il segretario confederale della Uil Domenico Proietti a evidenziare le falle di ‘Quota 100’ che – rileva – “innanzitutto diventa ‘Quota 100 e 6 mesi’ per i lavoratori privati e ‘Quota 101′ per i dipendenti pubblici. Settore pubblico che è pesantemente penalizzato anche dal pagamento differito del tfs, una nuova gravissima e insopportabile ingiustizia per i dipendenti i quali percepiranno al liquidazione anche 7 anni dal pensionamento”.

Insoddisfatta da Quota 100 anche Susanna Camusso: “L’abrogazione della Fornero non c’e’ stata. Questo è il punto” attacca e alla fine la combinazione 62 anni e 38 contributi varrà solo “per una ristretta platea: per di più lavoratori con forte stabilità contributiva”. Ma per tutti gli altri: dai precari con storie contributive discontinue ai “lavori gravosi” “resta la Fornero” dice.

Camusso, Furlan e Barbagallo sono poi univoci nell’evidenziare quello che il segretario Cgil definisce il “baco” nel sistema reddito di cittadinanza. “Se non si crea lavoro le proposte a chi prende il reddito non arriveranno” è lapalissiano Barbagallo. “Si è messo in piedi un modello che fornisce assegni di ricollocazione, ma il lavoro, prima di essere distribuito va creato e nelle iniziative di questo governo non vedo interventi che vadano in questa direzione” dice Camusso. Tanto più che così – conclude Furlan – “la crescita rallenterà ancora con conseguenze drammatiche”.