Sicurezza, Salvini insiste contro i sindaci: “E’ legge di Stato”

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini a margine dell'incontro alla Prefettura di Napoli, dove ha presieduto il comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, Napoli.
Il ministro dell'Interno Matteo Salvini a margine dell'incontro alla Prefettura di Napoli, dove ha presieduto il comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, Napoli. ANSA/CESARE ABBATE

ROMA. – “C’è una legge dello Stato, firmata dal presidente della Repubblica, applicata dal 99% dei sindaci. Quelli che contestano sono 10 su 8mila e non l’hanno neanche letta”. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini insiste a difesa della ‘sua’ legge sulla sicurezza messa in discussione da un gruppo di sindaci ‘disobbedienti’, negando comunque di pensare ad ispezioni e punizioni.

Si fa largo, intanto, l’ipotesi di ricorsi alla Consulta (tra cui quello della Regione Piemonte) da parte di chi si oppone al provvedimento. Mentre l’altro vicepremier Luigi Di Maio definisce la protesta dei sindaci una “boutade politica” ed avverte i ‘malpancisti’ M5S: “se c’é qualche membro della maggioranza che si sente a disagio si deve ricordare che ne é membro e che questo dl l’ha votato, che il governo lo sta applicando, che lo sosteniamo”.

Il capofila dei primi cittadini anti-legge Salvini, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, è sceso in piazza nella sua città insieme ad un centinaio di sostenitori: “adesso – ha detto – mi rivolgerò all’autorità giudiziaria perché, in quella sede, il caso possa essere rimesso alla Corte Costituzionale che giudicherà la legittimità o l’illegittimità costituzionale di norme che hanno un sapore certamente disumano e criminogeno”. Sulla stessa posizione il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris: “applicheremo la legge – ha annunciato – nel rispetto della Costituzione a cui i ministri e i sindaci giurano e poi vedremo chi sta tradendo”.

Il sindaco di Firenze Dario Nardella ha attaccato Salvini, che ieri aveva dato dei “traditori” ai sindaci: “credo che sia un fatto istituzionale grave e anche una mancanza di rispetto verso i cittadini che li hanno eletti”. Tra i sindaci si registra comunque una spaccatura, con alcuni di centrodestra che hanno stilato un documento – firmato da circa 100 primi cittadini – per stigmatizzare l’illegalità di chi si propone di non applicare una legge dello Stato.

Il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, ha convocato una riunione del Consiglio direttivo per il 10 gennaio, quando ci sarà un confronto tra le posizioni in campo. Di Maio, da parte sua, ha aperto all’Associazione dei Comuni. “Non ho notizie – ha spiegato – di qualche membro del Governo che si stia opponendo ad un incontro tra l’Anci e il presidente del Consiglio. Anche perché ricordiamo che l’Anci ha al suo interno comuni a favore del decreto sicurezza, tra cui anche i nostri sindaci che lo applicheranno e alcuni che invece non vogliono applicarlo”.

E anche all’interno dei Cinquestelle emerge il dissenso. Il senatore Matteo Montero ha definito la legge “incostituzionale e stupida. La prossima volta proviamo ad ascoltare i nostri sindaci”. E nel dibattito intervengono anche i governatori. Il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, sta valutando “se esistono i fondamenti giuridici per un ricorso della Regione, direttamente o come tramite dei Comuni, alla Corte Costituzionale”. Sul piede di guerra anche Enrico Rossi (Toscana): “Cari Di Maio e Salvini – ha affermato – ficcatevi in testa che non siete i padroni del Paese”. Giorgia Meloni, da parte sua, ha riferito che “Fratelli d’Italia è pronta a denunciare in procura i sindaci che si rifiutano di applicare la legge e dare piena attuazione al decreto sicurezza”.