Soldi finiti, il muro di Trump paralizza il governo americano

Closed, messaggio all'entrata di un'agenzia del governo americano.
Il muro di Trump paralizza il governo americano

WASHINGTON. – Costretti a casa in congedo forzato. O peggio, al lavoro senza essere pagati. Sono oltre 800 mila i dipendenti federali che negli Usa stanno pagando le conseguenze del braccio di ferro sulla manovra di bilancio tra un Donald Trump sempre più in trincea e i democratici in Congresso. Una situazione di stallo che ha portato alla chiusura o alla semiparalisi di molte agenzie governative rimaste a secco di fondi, compromettendo nell’arco della settimana il lavoro di circa il 25% dell’amministrazione.

E non è finita visto che, senza una clamorosa svolta, l’impasse è destinato a durare anche all’inizio del nuovo anno. Sono 350 mila i lavoratori a cui finora è stato comunicato di non presentarsi al lavoro fino ad ulteriori avvisi. E l’ultimo dipartimento a fermarsi sarà quello dell’Epa, l’agenzia federale per la protezione ambientale che ha ha già avvisato il proprio personale che da lunedì gli uffici saranno chiusi.

Ma ad essere particolarmente colpite sono anche le agenzie scientifiche che si occupano di ricerca, con gravi ripercussioni anche sul settore privato. Rischia così di essere lo ‘shutdown’ più lungo e devastante della storia americana, sottolineano preoccupati molti osservatori, e all’orizzonte non si intravede alcun accordo.

Da una parte c’è il presidente che non molla, e non cede sulla richiesta di 5 miliardi di dollari per realizzare il muro al confine col Messico, tornando a minacciare la totale chiusura del confine sud e il taglio di tutti gli aiuti ai paesi centroamericani da cui arrivano le carovane di immigrati: Ecuador, El Salvador e Guatemala.

Dall’altra ci sono i dem che, forti del risultato delle elezioni di metà mandato dello scorso novembre, non hanno fretta e aspettano che si insedi il nuovo Congresso, dove avranno di nuovo la maggioranza alla Camera. Con in mano la possibilità di mandare definitivamente all’aria la promessa simbolo della campagna elettorale di Trump, quel muro che tanti voti ha portato al tycoon.

A pagare il prezzo di tutto ciò sono appunto i dipendenti degli uffici governativi e i singoli stati Usa che devono far fronte con proprie risorse a spese che competerebbero al governo di Washington, come la raccolta dei rifiuti e altri servizi erogati nei terreni federali. In questa situazione a dir poco caotica Trump, come successo a Natale, ha deciso di rinunciare anche alle vacanze di Capodanno e di cancellare tutti i programmi previsti per i prossimi giorni, quando sarebbe dovuto volare nella sua residenza di Mar-a-Lago, in Florida.

Resterà alla Casa Bianca, sempre più solo e isolato, ad attendere un 2019 che per le indagini del Russiagate e lo spettro dell’impeachment non promette nulla di buono. Circondato ormai solo da pochissime persone di cui si può davvero fidare. Ma con parte dell’amministrazione contro, dopo gli ultimi clamorosi colpi di scena come il siluramento di due dei suoi ex generali ma anche due dei volti più affidabili del suo entourage: il capo dello staff della Casa Bianca John Kelly e il segretario alla Difesa James Mattis.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)