In orbita 364 giorni, record europeo per il tedesco Gerst

Gerst ha concluso la missione Horizons, durata 197 giorni, facendo rientro nelle steppe del Kazakistan.
Gerst ha concluso la missione Horizons, durata 197 giorni, facendo rientro nelle steppe del Kazakistan.

ROMA. – Ha trascorso complessivamente un anno nello spazio: 364 giorni in orbita grazie a due missioni sulla Stazione Spaziale Internazionale (Iss). Rientrato da poche ore sulla Terra con la navetta russa Soyuz, l’astronauta tedesco Alexander Gerst, dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), ha appena scalato la classifica di permanenza in orbita per un astronauta europeo. Il precedente primato apparteneva a un altro tedesco, Thomas Reiter, con 350 giorni. Ma il primato mondiale resta saldamente nelle mani di una donna, l’astronauta della Nasa Peggy Whitson con una permanenza di quasi due anni, 665 giorni. Un record assoluto raggiunto nel settembre 2017.

La permanenza nello spazio sta diventando così un’esperienza sempre più duratura. Lo sa bene Paolo Nespoli, da poco in pensione, che con la sua terza missione, Vita, ha raggiunto il podio tra gli astronauti europei più a lungo nello spazio, con un totale di 313 giorni. Ma Nespoli non conserverà a lungo questa posizione. Tra un anno sarà spodestato da un altro italiano, Luca Parmitano, che a luglio 2019 con la missione Beyond tornerà sulla Iss, stavolta da comandante, nel corso della parte finale della missione. Sarà il primo italiano a ricoprire questo ruolo.

Nella top ten degli astronauti europei rimasti più a lungo nello spazio c’è anche una terza italiana, Samantha Cristoforetti, in orbita per 200 giorni. La sua missione, Futura, detiene anche un altro record: è stata la singola missione europea più duratura.

Gerst ha concluso la missione Horizons, durata 197 giorni, facendo rientro nelle steppe del Kazakistan quando in Italia era ancora notte. A bordo della Iss ha condotto circa 60 esperimenti scientifici. Il suo primo incontro pubblico dopo il rientro è fissato il 22 dicembre. Insieme a Gerst sono rientrati anche i due compagni di viaggio: gli astronauti Serena Aunon-Chancellor, della Nasa, e Sergey Prokopyev, dell’agenzia spaziale russa Roscosmos.

I tre astronauti hanno riportato a Terra anche i risultati di alcuni esperimenti, tra i quali Dosis 3D, che ha raccolto dati sull’assorbimento e la distribuzione di radiazioni a bordo della Stazione Spaziale. Dati preziosi in vista di una futura missione verso Marte, per la quale uno dei principali problemi da risolvere è proprio la prolungata esposizione a radiazioni cosmiche, che può causare danni al Dna. A bordo della Stazione Spaziale resta adesso il nuovo equipaggio, composto dall’americana Anne McClain, dal russo Oleg Kononenko e dal canadese David Saint-Jacques.

(di Davide Patitucci/ANSA)

Lascia un commento