Giudice sotto scorta per i commenti a un post di Salvini

In primo piano il martelletto usato dal giudice.
Solidarietà Anm Toscana

FIRENZE. – ‘Evidentemente aggredire e lanciare sassi per qualcuno non è reato. Evviva la ‘giustizia’ italiana. Io tiro diritto’. Questo il post su facebook messo qualche giorno fa dal ministro dell’Interno Matteo Salvini dopo l’assoluzione da parte del giudice Gerardo Boragine di 26 giovani che, nel maggio 2015, avevano manifestato a Viareggio (Lucca) cercando di impedire un comizio dell’allora leader della Lega. Un post sotto il quale sono stati numerosi i commenti, la maggioranza dei quali contro il giudice. E tanti di questi con minacce tali da spingere il Comitato per l’Ordine e la sicurezza pubblica di Lucca ha mettere sotto scorta lo stesso Boragine.

Tra i diversi commenti qualcuno è arrivato a mettere una foto del giudice, mentre altri parlano di ‘magistratura rossa’ e soprattutto c’è chi arriva a scrivere: ‘Io direi cominciamo a insultare e a tirare sassi a questi giudici…’. Frasi che, evidentemente hanno creato qualche apprensione finendo per far mettere sotto protezione il giudice, come annunciato dall’Anm della Toscana che, in una nota, esprime a Boragine “ferma e piena” solidarietà.

Lo stesso Salvini, da Firenze, ha assicurato di dare tutta la sua “solidarietà a chi si sente minacciato” ma, ha poi detto parlando a margine di un incontro in Prefettura, “ritengo mio diritto che chiunque possa parlare pubblicamente senza dover schivare pietre che volano ad altezza d’uomo”. Solidarietà al giudice è stata espressa anche dal deputato del Pd Cosimo Maria Ferri.

“Mi dissocio dalla violenza sempre e comunque”, ha proseguito il vicepremier parlando con i giornalisti. “Fuori di qui – ha aggiunto riferendosi a un gruppo di antagonisti che hanno manifestato in piazza Duomo, non lontano dalla prefettura – c’era qualche buontempone che inneggiava a ‘Salvini boia’: sono tre disadattati come quelli che insultano nei post”.

I 26 giovani manifestanti di Viareggio, finiti sotto processo e assolti perché ‘il fatto non sussiste’, erano accusati di adunata sediziosa. L’Anm Toscana nella sua nota evidenzia come “le iniziative e le decisioni giudiziarie possono essere legittimamente criticate, con il rispetto del limite della continenza” ma nel caso del giudice Boragine “indubbiamente è stato travalicato”. Per questo l’Anm respinge “con fermezza, in quanto lesivi dei valori di terzietà, autonomia e indipendenza propri dell’intera Magistratura, gli attacchi immotivati verso i singoli magistrati che svolgono il loro mandato soggetti soltanto alla legge, senza condizionamenti e pregiudizi ideologici”.

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