Qualità della vita, Milano per la prima volta in testa

L'allestimento degli addobbi natalizi sull'albero in piazza Duomo a Milano
L'allestimento degli addobbi natalizi sull'albero in piazza Duomo a Milano, 3 dicembre 2018. ANSA / MATTEO BAZZI

ROMA. – Per la prima volta in 29 edizioni, Milano conquista il posto più alto del podio e vince la classifica sulla vivibilità delle province italiane stilata dal Sole 24 Ore. Sul podio ci sono anche Bolzano, seconda, e Aosta, al terzo posto. Fanalino di coda è Vibo Valentia, preceduta da numerose province del Sud Italia.

Tra le grandi città, Napoli fa registrare un balzo di 13 posizioni (ma è sempre 94/ma su 107), mentre Roma sale di tre gradini, passando dal 24/mo al 21/mo posto. Migliorano anche Venezia, Torino, Catania, Bari e Bologna, in controtendenza solo Genova e Firenze che perdono rispettivamente otto e dieci posizioni.

La provincia di Milano si piazza per sette volte su 42 nei primi tre posti per le performance conseguite negli indicatori del benessere. E conquista così lo scettro di provincia più vivibile d’Italia, dopo averlo sfiorato per quattro volte, fermandosi al secondo posto nel 2003 e 2004 e poi nel 2015 e nel 2016.

Nella top ten si confermano le province dell’arco alpino: miscelando i parametri, da quelli legati alla “Ricchezza e consumi” a quelli di “Cultura e tempo libero”, anche quest’anno Bolzano, Aosta, Belluno (la vincitrice 2017) e Trento restano nella parte alta della classifica delle città più vivibili. Più in generale è il Triveneto a popolare le prime trenta posizioni.

Le province di Roma, Rimini e Firenze, portano a casa un buon risultato legato alla “Cultura e tempo libero” grazie al numero di librerie, all’offerta culturale e alla spesa al botteghino per abitante. Penalizzate, però, in “Giustizia e sicurezza” per denunce di furti e litigiosità nei tribunali, dove si posizionano nella seconda parte della graduatoria.

I cali più marcati sono quelli registrati da Verbano Cusio Ossola (-41) e Livorno (-20). “Entrambe – spiega il quotidiano – riflettono il ‘calo demografico’, raccontato dall’indice di vecchiaia e dal tasso di natalità. La prima perde terreno soprattutto sui servizi e sulla cultura, la seconda soffre a livello reddituale e nei consumi”.

I movimenti in classifica sono dovuti anche al fatto che sono stati modificati 13 dei 42 parametri presi in considerazione per valutare la qualità della vita. Quest’anno, infatti, il quotidiano ha inserito nelle macro-aree parametri ‘nuovi’ come la “spesa in viaggi”, la valutazione sulle “smart city” e la “permanenza media dei turisti”. “Piangersi addosso è inutile, dobbiamo iniziare a potenziare quello che abbiamo”, dice il presidente della Provincia di Vibo Valentia Salvatore Solano, convinto che da questi dati negativi bisogna “partire per migliorare”.

(di Domenico Palesse/ANSA)

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