Fed e timori crescita, Wall Street ai minimi da quattordici mesi

Insegna stradale di Wall Street, in secondo piano la bandiera americana.
In forte calo anche il petrolio, che chiude a New York sotto i 50 dollari al barile. EPA/ANDREW GOMBERT

NEW YORK. – Wall Street pesante in attesa della Fed. I listini americani chiudono con perdite in media 2% ai minimi degli ultimi 14 mesi, avviandosi ad archiviare il dicembre peggiore dal 1980 e il primo anno in rosso dal 2015. In forte calo anche il petrolio, che chiude a New York sotto i 50 dollari al barile per la prima volta dall’ottobre 2017.

Ad agitare gli investitori è l’impatto delle decisioni della Fed su un’economia americana che traballa fra la guerra commerciale, le tensioni politiche e geopolitiche e un possibile shutdown del governo. Guarda e attende la Fed il presidente Donald Trump.

Alla vigilia della due giorni di riunione, il tycoon su Twitter torna a criticare la banca centrale: è ”incredibile” che ”solo consideri” una nuova stretta visto il ”dollaro molto forte”, un’inflazione che virtualmente non c’è e, soprattutto, quello che accade nel mondo.

Ancora più diretto il ‘falco’ consigliere del presidente, Peter Navarro: la banca centrale sta pesando sui listini, mercoledì non dovrebbe alzare il costo del denaro. Un aumento dei tassi di interesse di un quarto di punto alla riunione di martedì e mercoledì è dato per scontato: con il quarto rialzo dell’anno e il nono dal 2015, il costo del denaro probabilmente salirà in una forchetta fra il 2,25% e il 2,5%.

A essere contrario a una stretta non è solo Trump: il ‘re dei bond’, l’amministratore delegato di DoubleLine Capital, Jeffrey Gundlach ritiene che la Fed non dovrebbe toccare i tassi. Per Jerome Powell il quadro che si presenta è un dilemma: se da un lato i sui compiti sono la stabilità dei prezzi e la massima occupazione, dall’altra parte il presidente della Fed deve difendere l’indipendenza della banca centrale dalla politica, e quindi da Trump.

Un equilibrio non facile da centrare alla luce delle incertezze esistenti e dell’andamento dei mercati azionari. Wall Street resta sotto forte pressione, con il Dow Jones e lo S&P 500 che stanno sperimentando il loro anno peggiore dal 2008 nonostante i dividendi record distribuiti dalle società dello S&P 500: 421 miliardi di dollari dall’inizio dell’anno.

A confermare le difficoltà degli indici sono le indiscrezioni sui bonus di Wall Street: le banche dovrebbero distribuirne più bassi del previsto, con aumenti a una sola cifra. E i mercati sotto pressione attendono indicazioni e rassicurazioni dalla Fed. Un aumento dei tassi mercoledì accompagnato però da parole da colomba di Powell potrebbe innescare lo sperato e atteso ‘rally’ di Natale.

Per farlo il presidente della Fed dovrebbe annunciare, anche velatamente, la possibilità che la Fed riveda al ribasso il numero dei rialzi previsti nel 2019. Gli analisti ne stimano due di strette, anche se alcuni ne intravedono solo uno. La parola è a Powell.