Cinema: Torna Mary Poppins, tra omaggio e magia

"Mary Poppins Returns": Emily Blunt nel ruolo iconico di Julie Andrews.
"Mary Poppins Returns": Emily Blunt nel ruolo iconico di Julie Andrews. In sala da 20/12. (Disney via AP)

ROMA. – C’è un altro Mr Banks che ha bisogno di essere salvato e non può che pensarci la tata magica più amata da piccoli e grandi. E’ il punto di partenza de Il ritorno di Mary Poppins, sequel di Rob Marshall con Emily Blunt per il ruolo reso iconico da Julie Andrews nel capolavoro del 1964 tratto dalla serie letteraria di P.L. Travers.

In sala dal 20 dicembre con Disney, questo seguito, ripropone temi universali, come l’infanzia a confronto con le durezze del mondo adulto e il rapporto padre – figli, filtrati da magia, canzoni corali, coreografie e un tocco di animazione 2d, rendendo un omaggio rispettoso nelle virgole ma vitale al film di Robert Stevenson.

Insieme a Emily Blunt (doppiata in italiano da Domitilla D’Amico, e per le canzoni da Serena Rossi) ci sono, fra gli altri, il nuovo re di Broadway, Lin-Manuel Miranda, Ben Whishaw, Emily Mortimer, Julie Walters, Colin Firth. Senza dimenticare i cameo di Meryl Streep, nei panni della bizzarra cugina di Mary Poppins, Topsy (che canta anche uno dei brani più riusciti della colonna sonora, ‘Sopra Sotto’), Angela Lansbury e il sempre straordinario, oggi 93enne, Dick Van Dyke a fianco di Julie Andrews nel 1964.

Con la trama originale scritta da David Magee, che ha tratto spunto dagli elementi principali nei libri di P.L Travers, si viene trasportati nella Londra degli anni ’30, alle prese con le conseguenze della Grande Depressione, 25 anni dopo la prima avventura. Michel Banks (Whishaw) ora è adulto, sempre legatissimo alla sorella Jane (Mortimer), e padre di tre bambini, Annabel (Pixie Davies), John (Nathanael Saleh) e Georgie (Joel Dawson).

Per loro è un periodo molto difficile: stanno affrontando il lutto per la recente morte della madre dei piccoli e la prospettiva di perdere, a causa di un debito, la casa di famiglia. Una situazione che impone il ritorno della tata ‘praticamente perfetta’ e dalle mille risorse, sempre giovane, Mary Poppins.

Ad aiutarla a guidare i Banks fuori dal tunnel, ci sono il lampionaio Jack (Miranda, che partecipa anche a una delle coreografie più belle del film, un numero di lampionai ballerini/biker), e le incursioni in mondi paralleli 2d, dal mare esplorato con una vasca da bagno a Vasellamia, all’interno di un vaso rotto. L’empatia istintiva e la solarità di Julie Andrews (oggi 83enne, che ha rifiutato di apparire in un cameo, proprio per lasciare libera la nuova protagonista, ndr) sono inimitabili, ma Emily Blunt saggiamente prende una strada diversa.

La sua Mary Poppins, apparentemente più riservata, conquista i bambini e il pubblico con charme, dolcezza e uno humour molto personale. “Quando mi hanno offerto di interpretare Mary Poppins sono stata contemporaneamente elettrizzata all’idea ma anche terrorizzata perché è un personaggio così iconico e amato dal pubblico – ha spiegato l’attrice a Entertainment Weekly -. Mi sono chiesta cosa potessi portare di mio al ruolo e in questo mi ha aiutato molto Rob Marshall che è riuscito a rendere il film intimo pur essendo una grande sfida per tutti”.

A confrontarsi con le indimenticabili canzoni dai fratelli Sherman nel primo film sono Marc Shaiman (autore di tutte le musiche) e Scott Wittman (testi) che evocano le atmosfere di brani come ‘Supercalifragilistichespiralidoso’ e ‘Un poco di Zucchero’, senza però ritrovare la stessa immediatezza. Regalano comunque alcune canzoni emozionanti, come la ninna nanna “Il Posto Dove si Nasconde” e “L’Abito Non Fa il Monaco”.

Molti critici Usa pur apprezzando generalmente il sequel e l’interpretazione di Emily Blunt, rimproverano al regista di essere rimasto troppo legato all’originale, ma per Marshall “questo è probabilmente il film più personale che io abbia mai realizzato, principalmente perché è incentrato sull’idea di trovare il bambino che si nasconde dentro di noi e mantenere viva la speranza in tempi oscuri. È un tema che mi sembra davvero attuale, considerando lo stato in cui il mondo si trova al momento”.

(di Francesca Pierleoni/ANSA)