Via libera candidature Pd con i fantasmi di Renzi e Calenda

Carlo Calenda mostra la tessera il giorno che si iscrisse al partito Pd.
Carlo Calenda mostra la tessera il giorno che si iscrisse al partito Pd.

ROMA. – Dal partito di Calenda al fantasma persistente di Renzi. La corsa verso il congresso non riesce ancora a liberarsi del tutto dall’ingombrante presenza dell’ex premier e tra i corridori con la coda dell’occhio si controlla se fuori concorso ci sia anche l’ex ministro dello Sviluppo economico. “Chiedo a tutti di non fare un congresso sul renzismo o sull’antirenzismo. Perché non è lì il futuro. Non c’è bisogno di rappresentare sul congresso del Partito democratico un referendum su Matteo Renzi”, spiega infatti Maurizio Martina esplicitando quali siano ancora gli umori interni ai Dem.

Comunque si parte. E si parte in quest’ordine di lista, ovviamente sorteggiato: 1) Giachetti. 2) Martina. 3) Boccia. 4) Zingaretti. 5) Corallo. 6) Saladino. Ma al di là dell’ordine tutti chiedono unità. Chi già da prima del congresso, chi da subito dopo come Francesco Boccia che ricorda come “in questa fase congressuale sia inevitabile che il partito sia diviso, che ci siano più voci. Dopo ci sarà una voce unica, per questo chiedo unità massima dopo il congresso”.

I renziani, per bocca di Roberto Rosato, confermano il sostegno a Martina limitandosi a ripetere che il congresso deve essere “una ripartenza” per i Dem. Ma con una sottolineatura contundente: “Renzi non si è ritirato a vita privata. Credo che abbiamo ancora molto bisogno della sua passione e della sua intelligenza. Sono certo che Martina in queste settimane di congresso e poi, mi auguro, da segretario, sia il primo ad approfittarne”.

Ma dietro a tutto ciò, quasi categoria dell’inconscio, non si smaterializza del tutto la presenza di Carlo Calenda che molti, sia tra i dem che tra i media, vedono lavorare riservatamente alla nascita di un nuovo partito. Ipotesi che Calenda non si stanca di smentire ripetendo ancora una volta che è impegnato solo per la costruzione di un “Fronte democratico” che deve essere ampio, passando da anche da +Europa e Pizzarotti, raccordando così il Pd ad altre esperienze civiche. Ciò non toglie che l’ex ministro stia analizzando sondaggi e si mostri particolarmente attivo.

Ma la campagna congressuale assomiglia molto a quella elettorale e dopo la botta del 4 marzo ognuno dei candidati è alla ricerca della propria strada senza tralasciare nessuna categoria sociale da riconquistare. Martina, ad esempio, parte da Veneto e Lombardia per presentare la sua candidatura. Oggi a Padova e Trevisto, domani Milano per rilanciare il rapporto con i ceti produttivi attraverso una proposta: una tassa per i profitti delle multinazionali per evitare che versino nei paradisi fiscali. Il gettito di questa tassazione dovrebbe, a suo avviso, essere utilizzato per il diritto allo studio dei giovani italiani.

(Di Fabrizio Finzi/ANSA)

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