Operaio “in nero” muore, imprenditore nasconde il corpo

Carabinieri impegani in sopralluogo nei boschi del Primiero.
Carabinieri impegani in sopralluogo nei boschi del Primiero.

TRENTO. – E’ morto sul lavoro e il titolare dell’impresa, per la quale lavorava in nero, ne ha occultato il cadavere negando poi di conoscerlo e di sfatto sviando le indagini. Ora il titolare della ditta è stato denunciato dai carabinieri con le accuse di omicidio colposo e violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e frode processuale.

L’operaio, Vitali Mardari, 28 anni, moldavo, fu trovato senza vita un mese fa in un bosco del Primiero, nel Trentino orientale, nel corso di lavori per il ripristino degli alberi danneggiati dalla tempesta di vento di fine ottobre. Dai primi rilievi, agli investigatori erano balzati agli occhi alcune incongruenze sull’incompatibilità delle lesioni riportate dal boscaiolo rispetto alla zona in cui era stato trovato il corpo.

In quell’area infatti, non c’erano ne’ piante tagliate, né rami o sassi che potevano aver provocato quel genere di lesioni. L’ipotesi che l’infortunio mortale si fosse verificato in un luogo diverso da quello del rinvenimento del corpo è stata avvalorata da una serie di testimonianze e accertamenti. Così i carabinieri hanno ricostruito quella che secondo loro è l’esatta dinamica del fatti.

Il titolare dell’azienda boschiva avrebbe ingaggiato “in nero” il giovane moldavo che lavorava con altri colleghi in un cantiere boschivo di Sagron Mis. Qui, mentre era impegnato nelle operazioni di ancoraggio di una teleferica, un cavo in acciaio si è spezzato colpendolo violentemente alla testa. Immediatamente – secondo l’accusa – i suoi colleghi hanno avvertito il titolare dell’impresa boschiva che, giunto sul posto, ha caricato il corpo esanime sull’auto dello stesso operaio, poi, aiutato da un’altra persona, lo ha trasportato ad una distanza di 600 metri e lo ha scaricato nei pressi di una scarpata, appoggiando sulla salma alcuni legni per nasconderlo. Un comportamento, secondo gli investigatori, finalizzato a mutare artificiosamente lo stato dei luoghi in maniera da sviare le indagini.

Successivamente il titolare della ditta ha chiamato una guardia boschiva che ha allertato i soccorsi, affermando di aver casualmente rinvenuto nel bosco una persona esanime a lui sconosciuta. Dopo che i sanitari, giunti sul posto, hanno tentato invano di rianimare il giovane boscaiolo, i carabinieri hanno trovato un berretto di lana nel punto d’impatto con il cavo, indumento riconosciuto dai familiari della vittima. Gli investigatori hanno inoltre individuato all’interno del cantiere boschivo, vicino al cavo d’acciaio, delle tracce di sangue.