Italia e Europa trattano sui conti. Moscovici attacca, poi frena

Da sinistra: Giovanni Tria, Pierre Moscovici e Giuseppe Conte.
Da sinistra: Giovanni Tria, Pierre Moscovici e Giuseppe Conte. (ANSA)

BRUXELLES. – Il 2,04 per ora non basta, tra Italia e Ue è trattativa a oltranza. Nel day after della svolta sulla manovra italiana il premier Giuseppe Conte ottiene, in una nota ufficiale e dopo la cena di ieri sera, la fiducia dei due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini ma non incassa il sì definitivo di Bruxelles.

Il deficit strutturale e la fredda apertura dei “falchi” restano nodi ancora non superati mentre il commissario Ue agli Affari Economici Pierre Moscovici in mattinata va all’attacco salvo poi frenare dopo aver visto il ministro del Tesoro Giovanni Tria. Proprio il titolare del Mef, in queste ore, lavora al cuore “tecnico” della trattativa.

Tria arriva a Bruxelles ben prima di Conte, giunto con qualche minuto di ritardo al Consiglio Ue, e resterà nella capitale belga fino a che non ci sarà un accordo. Il ministro del Tesoro, mentre allo Justus Lipsius inizia il Consiglio Ue, vede al Palais Berlaymont prima Moscovici e poi il vicepresidente della commissione Valdis Dombrovskis. E a testimonianza del fatto che si comincia a lavorare sui numeri c’è l’arrivo, a Bruxelles, anche del direttore generale del Mef Alessandro Rivera.

Resterà fino a domani pomeriggio, invece, il premier Conte. Con una missione: perorare, soprattutto sul piano politico, il senso della manovra italiana nei bilaterali previsti a margine del Consiglio Ue. Conte dovrebbe infatti vedere sia i leader potenzialmente più aperturisti, come la cancelliera Angela Merkel e il portoghese Antonio Costa, sia i “falchi” del rigore, come l’olandese Mark Rutte. Incontri che, al momento, non hanno avuto ancora luogo, a testimonianza, forse, del work in progress sul negoziato sulla manovra. E che la trattativa sia tutt’altro che conclusa lo fa capire anche Moscovici.

“Il passo dell’Italia va nella giusta direzione ma ancora non ci siamo. Ci sono dei passi da fare, forse da entrambe le parti”, spiega il commissario europeo che, tuttavia, dopo aver incontrato Tria smorza i toni: “lo sforzo fatto dall’Italia è consistente, non vogliamo arrivare alla procedura e c’è l’intenzione comune di arrivare a un accordo”, sottolinea. Del resto, la posizione iniziale di Moscovici era stata accolta in mattinata dal gelo di Palazzo Chigi mentre Conte, arrivando al Consiglio Ue, ribadisce che non sono previsti ulteriori passi indietro: “Sono soddisfatto, lavoriamo nell’interesse degli italiani e riteniamo che la nostra sia un’ottima proposta anche nell’interesse degli europei”.

Eppure, nella proposta italiana c’è solo la previsione del dimezzamento del peggioramento del deficit strutturale quando dall’Ue si chiede un suo miglioramento. Ed è questo un dato sul quale “l’ala dura” dell’Ue non sembra voler cedere. Sul piano dell’impatto del passaggio dal 2,04 al 2,4 su reddito di cittadinanza e quota 100 Di Maio e Salvini – che nel frattempo vola a ad Atene per il match tra Olympiacos e Milan – sostengono che sarà pari a zero.

Sulla misura del M5S c’è, in realtà, un aggiornamento “statistico”: secondo le ultime stime solo il 90% dovrebbe richiedere il reddito e ciò, di conseguenza ne diminuisce la spesa. E, sui social le critiche dei militanti non si fanno attendere, ricordando le “dichiarazioni di guerra” all’Ue dei giallo-verdi di qualche settimana fa. Critiche alle quali, sul blog, replica lo stesso Di Maio: “cambiano i decimali, non la sostanza”.

Ancor più duri, poi, gli attacchi delle opposizioni. “Il 2,04 è una figuraccia di Salvini e Di Maio”, sottolinea Matteo Renzi mentre il presidente del Parlamento Ue Antonio Tajani bolla come “irresponsabile” il governo M5S-Lega. “Ridicolo, per tornare al punto di partenza abbiamo bruciato 300 miliardi”, attacca.

(dell’inviato Michele Esposito) (ANSA)

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