Tensione M5S e Lega, tre volte la fiducia in cinque giorni

I banchi del Governo durante il voto di fiducia al Senato sul decreto sicurezza. Anticorruzione
I banchi del Governo durante il voto di fiducia al Senato sul decreto sicurezza. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

ROMA. – Meno di un’ora di distanza e lo stesso ministro che fa la spola tra Palazzo Madama e Montecitorio: è Riccardo Fraccaro la voce con cui al Senato prima, e alla Camera subito dopo, il governo pone la fiducia per due volte nello stesso pomeriggio, blindando così il disegno di legge sull’anticorruzione e il decreto fiscale. E’ la terza volta a dicembre, 6 volte in tutto la fiducia chiesta dal governo del cambiamento, 3 negli ultimi cinque giorni, 4 incassate finora (su Milleproproghe, dl sicurezza e legge di bilancio).

Numeri di una tensione sempre più alta tra Movimento 5 Stelle e Lega, stretti tra sospetti e accuse incrociate per paura di perdere terreno o di essere traditi alla prova concreta dei provvedimenti, complice il voto segreto. Era questo lo spauracchio che aleggiava sul ddl “spazzacorrotti”, super vanto del M5S che è tornato al Senato dopo l’ok alla Camera. A ipotizzarlo, le opposizioni e quando le richieste di scrutinio segreto arrivate all’assemblea sono diventate tante, l’ipotesi fiducia è cresciuta.

Ufficialmente per velocizzare i tempi e dedicarsi alla manovra, di certo per garantire tempi sicuri di approvazione. Ma in mattinata la discussione al Senato si è arenata sulle pregiudiziali di costituzionalità e sulla richiesta di votarle ‘al buio’. Ma a Palazzo Madama sarebbe stata la prima volta del voto segreto sulle pregiudiziali. Da qui la richiesta di convocare la Giunta per il regolamento per discuterne. Richiesta avanzata da Forza Italia e accolta dalla presidente Casellati.

Un paio di ore di sospensione col sottile timore che la maggioranza potesse cadere già sulle pregiudiziali, e dopo pranzo il verdetto: richiesta bocciata (con 5 voti a favore e 5 contrari e la Casellati che non ha votato) e respinte pure le ‘riserve’ di costituzionalità. Un minuto dopo, la parola passa al ministro per i Rapporti col Parlamento, anche se le sue parole – la formula ufficiale per preannunciare la richiesta di fiducia – vengono coperte dalle opposizioni contrarie.

Brusio inutile, ormai il disegno di legge è blindato e poco dopo la Conferenza dei capigruppo ne aggiorna i tempi: domani alle 9.30 le dichiarazioni di voto, un’oretta dopo la ‘chiama’ dei senatori e prima di mezzogiorno il voto finale. Inutili le proteste delle opposizioni anche alla Camera, dove Fraccaro ripete il copione sul decreto fiscale che è in Aula per l’approvazione definitiva. Qui il voto comincerà domani alle 11.30 ed entro sera la partita dovrebbe chiudersi del tutto.

“Per 5 anni il M5S accusava i governi che mettevano la fiducia di essere nemici del popolo. Ora fa come gli altri. Altro che democrazia diretta!”, twitta Simone Baldelli, vicepresidente dei deputati di FI. E Mara Carfagna va oltre evidenziando che “pentastellati e leghisti non si fidano gli uni degli altri”, perciò “è una doppia fiducia che tradisce la doppia morale del Movimento 5 Stelle”.

Glissa su tutto il 5 Stelle Nicola Morra che da presidente della Commissione Antimafia, osserva: “Quella che approviamo noi adesso è la legge che l’Italia aspetta dai tempi di Tangentopoli. Quasi 27 anni di attesa inutile”.

(di Michela Suglia/ANSA)

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