Su imprese gara tra vicepremier, aperture di Di Maio

Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio durante conferenza stampa al termine del tavolo tavolo per il lavoratori Comital di Torino, Roma 11 dicembre 2018.
Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio durante conferenza stampa al termine del tavolo tavolo per il lavoratori Comital di Torino, Roma 11 dicembre 2018. ANSA/GIUSEPPE LAMI

ROMA. – La competizione tra i due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, giocata a colpi di incontri con gli imprenditori soddisfa le aziende. Contente di aver cominciato a dialogare col governo dopo ben sei mesi dal suo insediamento, le imprese si sentono però in imbarazzo davanti a tutte le “offerte” messe sul tavolo del Mise. Di Maio ha impegnato la mattinata con le sigle delle piccole e medie imprese e il pomeriggio con i rappresentanti del settore auto, con le quali ha concordato un confronto tecnico che in poche ore potrebbe portare a superare il balzello ora previsto per l’acquisto delle auto inquinanti, introdotto per ‘finanziare’ il bonus dato invece per l’acquisto di quelle elettriche, ibride e a metano.

“Non è un’ecotassa ma un ecobonus – ha detto Di Maio – di cui anzi i partecipanti al tavolo si sono detti entusiasti”. In mattinata con le Pmi il fronte dei provvedimenti proposto è stato ricchissimo. Tra queste ci sono: il rinvio di sei mesi per le sanzioni sull’obbligo di e-fattura, gli sgravi sulle tariffe Inail che secondo il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico “faranno risparmiare alle imprese 1,7 miliardi di euro”, il pagamento della metà dei debiti della P.a. entro il 2019, la deducibilità dell’Imu sui capannoni fino al 50% e una legge delega per la riforma del Codice degli Appalti. Tutte queste promesse costituiscono “un’offerta che supera la richiesta”, fa notare con imbarazzo il presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti, sottolineando insieme ad altri rappresentanti delle imprese (come Confcommercio, Cna e Confesercenti) che l’incontro – a cui hanno partecipato 33 sigle insieme ai vertici di Cdp, Invitalia e Ice – “era fin troppo affollato”.

Dal canto suo, Confindustria apprezza l’atteggiamento di ascolto del governo e il cambio di metodo. “Ma siamo solo al fischio di inizio partita – avverte il presidente Vincenzo Boccia – lo dico perché non vorrei che qualcuno pensi che con due caffè presi nell’arco di 48 ore si risolva tutto”. Due incontri per Boccia non sono tanto, “ma se il buongiorno si vende del mattino…” per il presidente di Confindustria possono anche rappresentare “un cambio di guardia” nell’attenzione dell’esecutivo alla manovra e alla crescita.

Quello al Mise, non è stato un incontro “estemporaneo”, garantisce Di Maio ma l’inizio di un lavoro “che porterà non solo ascolto, ma fatti”, visto che già giovedì o venerdì si replicherà con un tavolo tecnico sulla manovra. Sul reddito di cittadinanza, proprio rivolgendosi al presidente di Confindustria, Di Maio ha assicurato che anche questa è una misura per la crescita e che chi si dimette non lo prenderà: “su questo saremo rigorosi. Ci sono obblighi ben precisi che i percettori dovranno rispettare”. Sulle tempistiche da Di Maio arriva poi un aggiornamento: il reddito di cittadinanza “arriverà al massimo a fine marzo”, mentre quota 100 “partirà a fine febbraio o inizio marzo”.

(di Maria Chiara Furlò/ANSA)

Lascia un commento