Russia e Ucraina infiammano l’Osce, diplomazie al lavoro

Militari dell' Ucraina con il fucile spianato.
Militari dell' Ucraina con il fucile spianato.

MILANO.DIC – E’ soffiata la bufera sul XXV Consiglio ministeriale dell’Osce, la sede in cui si è cercato di fare il punto sulla situazione e di affrontare ipotesi di soluzione per le numerose crisi che infuocano l’Europa e non solo nella prospettiva di “rafforzare la sicurezza nell’area Osce inclusa la sua dimensione mediterranea”.

A infiammare la scena del Consiglio, presieduto dal ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, le parole grosse tra i suoi colleghi russo, Serghei Lavorov, e quello ucraino, Pavlo Klimkin, mentre a buttare benzina sul fuoco ha contribuito il rappresentante Usa Wess Mitchell che ha accusato il Cremlino di “aver gettato l’Europa nella più grave crisi umanitaria di questa generazione”.

“Questa è la quinta ministeriale dell’Osce dominata dal comportamento destabilizzante della Russia”, che in Ucraina “non ha fatto marcia indietro”, ha attaccato Klimkin: anzi ha intensificato “l’aggressione nel Mare di Azov”, con l’arresto dei marinai ucraini e il sequestro delle loro navi il 25 novembre e ha “trasformato la Crimea in una base militare”.

Accuse rispedite al mittente da Lavrov, secondo il quale vi è un “gruppo ristretto di Paesi che usa il metodo di ricatti e minacce” contro la Russia e “il sostegno del colpo di stato in Ucraina ne è un’esemplare conferma”. Per Lavrov, “gli accordi di Minsk sono l’unica base, che non ha alternativa, per comporre la crisi in Ucraina, ma sono costantemente sabotati dal regime di Kiev che si avvale della piena impunità da parte dei suoi protettori internazionali”.

Il ministro russo è andato oltre: “in Ucraina è vietato usare altre lingue, ciò ha avuto un’attenuazione ma solo per quelle dei Paesi Ue; questo vuol dire volere la distruzione della lingua russa” ed è in corso una “eroicizzazione” dei nazisti, perché “in Lettonia, sotto l’egida delle Waffen SS, vi sono state forme orripilanti del fenomeno, così come in Ucraina”.

Wess Mitchell, rappresentante Usa, nel giorno in cui il Pentagono ha reso noto che effettuerà un volo straordinario in Ucraina per “riaffermare l’impegno Usa verso le nazioni partner”, si è schierato a spada tratta in difesa di Kiev e contro Mosca. “La Russia ha gettato l’Europa nella più grave crisi umanitaria di questa generazione”, e “gli Stati Uniti continueranno ad imporre sanzioni a Mosca finché non rispetterà gli accordi di Minsk e non restituirà la Crimea all’Ucraina”.

Da parte sua è arrivata l’esortazione a liberare i marinai e le navi di Kiev e gli ha fatto eco l’Alto rappresentante della Ue, Federica Mogherini: “Marinai e navi siano liberati senza ulteriore indugio”. La stessa Mogherini che ha incontrato in separata sede i due contendenti per poi assicurare: “Continuiamo a lavorare per disinnescare le tensioni e riportare la cooperazione”.

L’Alto commissario della Ue per la politica estera comune, ha riferito di “buoni colloqui” con Klimkin e Lavrov, e di “franca discussione plenaria grazie alla presidenza dell’Osce in carica”. Tentativi per aprire spiragli e svelenire il clima ce ne sono stati, e non solo sul fronte russo-ucraino. Si è vista una dichiarazione congiunta di Armenia e Azerbaijan, in vista della soluzione di uno dei cosiddetti conflitti protratti in Europa che ha ricevuto il plauso del ministro Moavero il quale parla di “risultati concreti, che dimostrano l’importanza dell’Osce come foro di dialogo”.

Non solo questo, però: in un incontro bilaterale Moavero ha visto il ministro ucraino e si è anche tenuta una riunione tra il direttore politico dell’Osce, l’ambasciatore Sebastiano Cardi e diplomatici di altri Paesi per affrontare la crisi tra le due nazioni dell’Est europeo.

(di Silvia Egiziano e Stefano Rottigni/ANSA)

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