Tremila imprese a Torino per Tav: “La pazienza è al limite”

Un momento della convention 'Infrastrutture per lo sviluppo. Tav, l'Italia in Europa' presso OGR, Torino
Un momento della convention 'Infrastrutture per lo sviluppo. Tav, l'Italia in Europa' presso OGR, Torino. ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

TORINO. – Più di tremila imprenditori sono arrivati a Torino da tutta Italia per dire sì alla Tav e al rilancio delle infrastrutture. Tutti uniti contro “il governo del no”, al quale chiedono di cambiare marcia e puntare sulla crescita. Alle Ogr, le ex Grandi Officine Riparazioni, dove da metà dell’800 si riparavano i treni, si sono riunite dodici associazioni d’impresa: industriali, artigiani, mondo delle cooperative e imprese edili. Parlano a nome di 13 milioni di lavoratori e rappresentano più di due terzi del Prodotto Interno lOrdo del Paese. In sala anche i sindacati e le donne rappresentanti del movimento Sì Tav, mentre non sono stati invitati i politici “per evitare strumentalizzazioni”.

Una grande iniziativa conclusa con la firma di un manifesto che in 12 punti spiega le ragioni per cui la costruzione della nuova linea Tav, “opera che riguarda il futuro di tutta Italia”, non deve essere interrotta. “Se siamo qui è perché la nostra pazienza è quasi finita. Il messaggio alla politica e al governo da parte dei corpi intermedi dello Stato è chiaro: devono avere il senso del limite”, tuona il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia.

“La Tav non serve? Se dobbiamo restituire un miliardo alla Francia e all’Europa perché qualcuno ha deciso che l’opera è inutile, che sia lui a pagare e non gli italiani”, aggiunge Boccia che attacca anche sulla manovra. “Se fossi in Conte – spiega – convocherei i due vicepremier e gli chiederei di togliere due miliardi per uno visto che per evitare la procedura d’infrazione bastano 4 miliardi. Se qualcuno rifiutasse mi dimetterei e denuncerei all’opinione pubblica chi non vuole arretrare. Una promessa a Di Maio: se ci convoca tutti e dodici non lo contamineremo. A Salvini, che ha preso molti voti al Nord, dico di preoccuparsi dello spread”.

“Tutti hanno diritto di manifestare e la politica ha il dovere di ascoltare. Noi non viviamo sulla luna ma in mezzo alla gente, alle imprese” commenta il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, mentre il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani sottolinea che “stiamo pagando un prezzo altissimo per l’ostilità verso le imprese e per il clima di sfiducia creato da questa maggioranza”.

La voce delle imprese alle Ogr è una sola. “Siamo qui per dire sì allo sviluppo. Sì agli investimenti strategici. Sì ad un Paese che sa andare oltre le proprie fragilità strutturali”, spiega il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. “Senza infrastrutture – osserva il presidente nazionale di Cna, Daniele Vaccarino – non c’è crescita. Se ai segnali di rallentamento dell’economia si aggiunge il no alle infrastrutture, il rischio di avere una caduta di fiducia è grande”.

Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, sottolinea che “i ritardi infrastrutturali pesano sulla competitività delle imprese agricole”, mentre Confapi ricorda che “i Romani 2 mila anni fa per prima cosa fecero le strade”. “Quello che si sta facendo bisogna portarlo a termine. È dobbiamo farlo il più velocemente possibile”, avverte il presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti. Rispondono a distanza i No Tav, che sfileranno l’8 dicembre a Torino.

“Ben poco attivismo imprenditoriale – dicono – si è visto quando la disoccupazione giovanile ha toccato il 40% o le infrastrutture da nord a sud sono crollate facendo vittime e feriti. L’alzata di scudi c’è solo quando i ben poco intraprendenti imprenditori rischiano di perdere una ricca commessa di soldi pubblici”.

(di Amalia Angotti/ANSA)

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