Legge Sicurezza: è scontro, da Pd firme per abrogarla

Il tabellone della Camera con i risultati della votazione sul Decreto Sicurezza.
Il tabellone della Camera con i risultati della votazione sul Decreto Sicurezza. (ANSA)

ROMA. – E’ legge da un giorno e già si propone la sua abrogazione, si invoca “una resistenza culturale e civile” e si fa appello al presidente Mattarella perché non la firmi. Il cosiddetto “decreto Salvini” da ieri legge sulla sicurezza, continua a far discutere. E se la Lega, insieme al suo leader, festeggiava in piazza Montecitorio l’approvazione con lo striscione “la pacchia è finita”, poche ore dopo il candidato al congresso del Pd Maurizio Martina ha proposto agli altri sfidanti che i gazebo del 3 marzo, oltre che per scegliere il segretario del partito siano utilizzati per raccogliere le firme per il referendum abrogativo della legge. Firme che per Martina devono diventare “un atto fondante dell’alternativa al Governo” su uno dei temi “decisivi del confronto tra destra e sinistra”.

Prima di Martina era stata l’Associazione Nazionale Partigiani Italiani (Anpi) a tacciare il provvedimento legislativo di aver stravolto “di fatto la Costituzione” e di aver fatto entrare l’Italia “nell’incubo dell’apartheid giuridico” invitando tutti “alla mobilitazione e la resistenza” e chiedendo di dire basta alle divisioni tra le forze politiche democratiche.

Immediata la risposta del vice-premier Matteo Salvini che, dopo aver definito i rappresentanti dell’Anpi “i nostalgici delle bandiere rosse”, ha chiosato con un ironico: “Che paura!”. Si tratta di “un primo passo” ma “insufficiente” per la leader di Fdi Giorgia Meloni, mentre Terre des Hommes si appella al presidente Mattarella perchè non firmi la legge che “rischia di emarginare migliaia di giovani migranti”.

Un grido di allarme arriva anche dal sindaco di Bologna Virginio Merola: “questa città diventerà un grande centro di accoglienza ma senza la possibilità di interventi sanitari e sociali” e anche per il sindaco di Milano Giuseppe Sala “il rischio che impatti negativamente c’è”. Un plauso viene invece dai Governatori del Veneto Luca Zaia e della Lombardia Attilio Fontana. Critiche e preoccupazione dal ‘Tavolo Asilo Nazionale’ poichè è “una pessima legge” che aumenterà “ingiustizie e razzismo”. Per Libera “abbassa ulteriormente il grado di umanità nel nostro paese” che annuncia “battaglia” anche contro la vendita dei beni confiscati ai privati contenuta nella legge.

Per Salvini è invece “un decreto che garantisce anche più diritti ai rifugiati veri che oggi sono mischiati insieme a tutta la marmaglia che gira per l’Italia a far casino. Garantisce sicurezza agli italiani, dà più potere e soldi ai sindaci e alle forze dell’ordine”. Ma lo scontro tra Pd e il ministro dell’interno si consuma anche sulla legittima difesa. Per Emanuele Fiano è “inaccettabile in uno stato di diritto” il motto di Salvini “la difesa è sempre legittima”.

L’ex premier Matteo Renzi esorta il Salvini a “fare il ministro” a non parlare “come se fosse al bar” e a non fare “lo sciacallo” sulla vicenda dell’imprenditore che ha ucciso il ladro dopo essere entrato nella sua azienda, dove erano state già compiute molte rapine. Salvini replica: “Con loro al governo, tra depenalizzazioni e svuotacarceri, l’Italia stava diventando il paradiso dei delinquenti e il chiacchierone ha ancora il coraggio di parlare (e insultare)? Legittima difesa sempre, anche dai disastri del Pd, gli italiani hanno già scelto”.

Chi chiede misura è il capo della Polizia Franco Gabrielli, secondo il quale l’uso della forza è “patrimonio di chi é chiamato a difendere i cittadini”.

(di Emanuela De Crescenzo/ANSA)

Lascia un commento