“Vittime due volte”, in Italia duemila orfani di femminicidi

Orfani di femminicidio, durante una manifestazione.
Orfani di femminicidio: hanno tra i 5 e i 14 anni, molti hanno assistito a delitto

ROMA. – La violenza non solo toglie la vita. Per chi non muore ma assiste agli abusi e, ineluttabilmente, all’omicidio di un genitore per mano dell’altro, vivere diventa un vero calvario. Sono circa 2000, in 15 anni, gli orfani di femminicidio in Italia, la maggior parte ragazzini tra i 5 e 14 anni che si trovano ad affrontare le devastanti conseguenze di tali delitti dopo avere magari per anni assistito impotenti ad abusi e violenze fisiche o psichiche.

E spesso ne sono stati anche vittime. Sono loro le ‘vittime due volte’ dei femminicidi: orfani di madre e a volte di entrambi i genitori, in caso di omicidio-suicidio. Il progetto Switch off (Supporting Witness Children Orphans from feminicide in Europe) si è occupato per primo in Europa a supportare gli orfani di femminicidio e con il Dipartimento di Psicologia della Seconda Università di Napoli, l’Università Mykolas Romeris, la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Cipro e l’associazione nazionale D.i.Re (Donne in rete contro la violenza) ha elaborato dati che raccontano una terribile realtà: l’84% dei ragazzini era presente al momento dell’uccisione o del ferimento del genitore, l’81% aveva una precedente storia di violenza assistita, il 57% non ha ricevuto alcun tipo di sostegno psicologico.

Nel dicembre 2017 il Parlamento ha approvato una legge che mira a garantire a questi orfani una maggiore protezione: sono bambini e ragazzi che, oltre a subire il trauma della perdita di un genitore, spesso si trovano soli e senza tutele. Gli esperti di Switch off hanno condotto anche interviste tra gli orfani di femminicidio. “Mia madre e’ morta quando ha iniziato a fare qualcosa per la sua situazione..la cosa che oggi più mi manca di lei è il suo amore incondizionato, quello che solo la mamma ti dona, che non puoi ricevere da nessuno, come il suo abbraccio”, questa la testimonianza di un orfano che ha avuto la madre uccisa dal compagno. E un bimbo di 11 anni ha affidato il suo dramma ai terapeuti: “Penso spesso a papà e mamma. A papà vorrei chiedere: ti sei pentito di quello che hai fatto?”.

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