La strana morte del capo del Gru, gli 007 militari russi

Gen. Col. Igor Korobov, il capo del Gru.
Gen. Col. Igor Korobov, il capo del Gru. (Russian Defense Ministry Press Service via AP)

MOSCA. – Morto un capo del Gru se ne fa un altro. E anche con una certa rapidità nella rotazione. Il direttore attuale del servizio d’intelligence militare, Igor Korobov, è infatti scomparso a 62 anni dopo “una lunga malattia”. O almeno, questa è la motivazione ufficiale. Un pizzico di scetticismo è giustificato dato che l’agenzia è stata piagata dagli scandali – dagli hacker del ‘Russiagate’ al caso degli Skripal in Gran Bretagna – e il suo capo precedente, Igor Sergun, pure è deceduto in circostanze sospette a soli 58 anni. Insomma, un mestiere particolarmente usurante.

Naturalmente, dato che si parla di servizi segreti, l’intera vicenda viene impacchettata nel riserbo, a sua volta stretto dai nastri del mistero. Al di là del cordoglio di prammatica del ministero della Difesa, dal quale il Gru dipende, si sa solo che, stando alle indiscrezioni, sarebbe stato già nominato un capo ad interim, ovvero il braccio destro di Korobov, il vice ammiraglio Igor Kostyukov. Ma per diventare direttore a tutti gli effetti serve la conferma presidenziale e dunque si attende la scelta di Vladimir Putin.

Le voci dicono che il vero favorito sarebbe il generale Sergey Gizunov, originario di San Pietroburgo (come il presidente) e noto per essere “gli occhi e le orecchie” dello zar all’interno dell’intelligence militare. Che però potrebbe per l’appunto restare tale, in virtù della strategia di Putin di avere sempre ‘poteri bilanciati’ all’interno dei servizi. Ma questo per il futuro (o tutt’al più il presente). Le vere magagne riguardano il passato.

Il Gru, storicamente, si è sempre occupato delle operazioni di ‘desinformazia’, diretta emanazione del ‘disinformburo’, già attivo nel 1923. E’ dunque il Gru che – stando agli americani – si occupa di violare il Democratic National Committee per favorire Donald Trump alle elezioni del 2016, ‘hackerare’ varie agenzie anti-doping e la Corte internazionale di arbitrato e tenta, recentemente, di penetrare i sistemi informatici dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche in Olanda – missione finita malissimo, con gli agenti beccati in flagrante (uno di loro aveva con sé una ricevuta del taxi con l’indirizzo del Gru a Mosca come origine del tragitto) ed espulsi. Di male in peggio.

Putin, si racconta, già era furente per com’era stata gestita l’operazione Skripal a Salisbury (reputata da diverse fonti, peraltro, come non sanzionata dal Cremlino). Mai toppa, è il caso di dirlo, è stata peggiore del buco. I due uomini indicati da Londra come gli agenti del Gru autori dell’attacco chimico in Gran Bretagna ai danni dell’ex spia del servizio e di sua figlia sono infatti apparsi davanti alle telecamere di RT – su impulso diretto e pubblico del presidente – raccontando una storia a tratti delirante pur di sostenere la parte dei turisti (gay) in vacanza.

Così, a metà settembre, Korobov è stato convocato al Cremlino per sorbirsi una sfuriata dello zar in persona. E’ da allora, scrive Meduza, che Korobov ha iniziato a sentirsi “poco bene”. Un triste destino, fin troppo simile a quello di Sergun, stroncato (ufficialmente) da un infarto a Mosca il 3 gennaio del 2016 ma, stando alla società d’intelligence geopolitica americana Stratfor, morto in realtà il primo dell’anno in Libano. Coincidenze russe.

Se Kostyukov sarà davvero confermato, toccherà a lui risollevare le sorti del Gru, proprio al giro di boa dei 100 anni dalla nascita del servizio. Il physique du rôle ce l’ha: nel dicembre del 2016 è stato incluso nella lista dei sanzionati Usa per “le azioni mirate a minare la democrazia negli Stati Uniti” e solo due mesi fa è stato inserito in un’ulteriore lista nera americana per “le ingerenze nelle elezioni del 2016”.

(di Mattia Bernardo Bagnoli/ANSA)

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